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Un’ora di gran Udinese vanificata da un minuto di follia collettiva

3 ex per parte oltre ad un tecnico (Tudor) sedutosi su entrambe le panchine, mettono sale ad un derby assai sentito dalle tifoserie.
Monica Tosolini

3 ex per parte oltre ad un tecnico (Tudor) sedutosi su entrambe le panchine, mettono sale ad un derby assai sentito dalle tifoserie. Il Verona arriva dal poker targato Simeone (stranamente in panchina) rifilato alla Lazio, i friulani dal gran pari di Bergamo.

Gotti rinuncia a PUSSETTO in non perfette condizioni lasciato in tribuna, e lancia dal primo minuto il nigeriano SUCCESS. Tudor sull’altra sponda ne cambia 7 per disporre di forze fresche dopo il grande match con i capitolini. L’ex Watford ci mette appena 2 minuti e mezzo a far capire di quale potenziale disponga realmente. Grande gol eseguito con la semplicità di un campione ed entusiasmo a mille sugli spalti. Se fisicamente a posto e con la testa focalizzata solo nella professione, Isaac ne siamo certi, ci riserverà delle piacevoli sorprese. La gran intesa con BETO oltre alle geometrie di un ARSLAN ritrovato assommate alle galoppate di MOLINA, mostrano un UDINESE a tratti debordante.

Il Verona sembra in totale balia degli uomini di Gotti, friulani le cui colpe si limitano all’incapacità di dilatare il vantaggio tanta la qualità del gioco espressa. Il ritmo è elevato, capace di esaltare ogni singola giocata. L’atteggiamento pare irreprensibile con anticipo sistemico sulle seconde palle. Bene. Frazione chiusa con il minimo vantaggio gravato da enormi rimpianti per le tante occasioni sprecate, in parte anche per sfortuna.

La ripresa impone al Verona cambi di uomini e di marcia. Fuori un impalpabile Lasagna, dentro Caprari e Lazovic con Barak a tutto campo. I primi 15’ si dimostrano equilibrati, con gli scaligeri che tendono ad un possesso palla superiore, ma mai veramente efficace. L’Udinese rincula forse troppo lasciando 9 difensori dietro la linea della palla, con il solo BETO lasciato inevitabilmente in solitudine a fare reparto offensivo. L’atteggiamento incoraggia la squadra di Tudor a provarci. Le incursioni di MOLINA e PEREYRA sono stilistiche, ma incapaci ahinoi di concretizzarsi in rete.

Il Verona rischia ma resta vivo. Barak, lungagnone e flessuoso, da’ l’impressione di essere il vero collante della squadra, trascinato diabolicamente da un rancore mai sopito verso la società che ha avuto il merito di portarlo in Italia, ma altrettanto incapace di comprenderlo sino in fondo.

L’Udinese imperniata sulla sua difesa molto fisica, accetta il ruolo a protezione del proprio estremo. I rischi sembrano limitati nonostante la condizione atletica non sembri quella del primo tempo. A 10’ dal termine, sempre il solito Barak ha il merito di rincorrere sin dentro l’area avversaria, una palla prima recuperata ma immediatamente persa a centrocampo da WALACE. L’impatto a tre successivo in area friulana con PEREYRA che anticipa tutti e BECÃO che ha il torto di toccare il veronese nettamente dopo che la palla fosse stata allontanata dal Tucu, spingeva l’arbitro ad una decisione a dir poco cervellotica; assegnare un rigore ai più incomprensibile. Nemmeno il Var a lungo consultato attraverso gli auricolari riusciva nell’intento di avvicinare il fischietto di Ostia al monitor di bordo campo per rivedere l’azione incriminata. Nello sconcerto generale sempre l’ex ceko piazzava il colpo del pari dal sapore alquanto beffardo per tutto il popolo bianconero.

A poco servivano gli ingressi di SOPPY e SAMARDZIC secondo noi elemento sin troppo sotto utilizzato, per scardinare gli scaligeri che col pari riuscivano a massimalizzare una prestazione per almeno 70, 75’ davvero opaca. 4º pareggio di fila e soli 4 punti nelle ultime 7 gare son storia.

Letta così sembrerebbe presagire una persistente situazione di crisi, inconfutabile nei risultati, non certo nel gioco. Da oggi la squadra sembra esser in credito di punti in graduatoria, seppur alle porte ci prospettano nientemeno che i campioni d’Italia.

In questa fase appare necessario rimanere saldi di nervi, fiduciosi nel possedere una rosa di qualità che prima o poi dovrà raccogliere il seminato. SUCCESS pare un nuovo potenziale crack, BETO conferma il suo valore partita dopo partita, mentre su DEULOFEU (ormai recuperato) e PUSSETTO possiamo mettere la mano sul fuoco in merito al valore. Serve pazienza certo, purtroppo però servono tremendamente anche i punti, poiché domenica sera non è affatto improbabile trovarsi con 11 punti dopo 11 gare, ovvero in media il solito punticino a partita, caratterizzante le ultime tribolate stagioni.

Dietro in classifica, il gruppo si sta compattando verso l’alto, le squadre materasso non si vedono con la terz’ultima piazza lì a pochi passi. Poco da rimproverare di fatto ai ragazzi, se non una maggior attenzione nella propria area, dove si commettono a volte delle ingenuità pagate a caro prezzo. Almeno questo sentenziano gli innumerevoli rigori subiti, comminati forse da direttori di gara e di Var mediocri, per di più senza la gioia di vederne mai respinto uno.

Ah come son lontani (ma anche vicini..) i tempi di Handanovic.

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