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Piccole crepe da aggiustare

Torniamo da Genova con un punto prezioso, che fa classifica, che dà continuità.
Monica Tosolini

Torniamo da Genova con un punto prezioso, che fa classifica, che dà continuità. Un punto di cui essere felici. Le prestazioni di Pereyra e Llorente sono state grandi: provate a pensarci, quand’è stata l’ultima volta in cui i migliori in campo erano i due attaccanti. Dispiace solo per quegli sporchi luridi venti centimetri che hanno tenuto lo spagnolo in fuorigioco sul quel gol da antologia che è stato annullato. Lo avremmo ricordato a lungo il gol di Pereyra, roba da allenamento, come se davanti avessimo dei ragazzini per sgranchirci le gambe.

Nel primo tempo l’azione del rigore, il gol annullato ed il cross di Larsen per l’incornata di Llorente sono stata tanta roba davvero. Ma nel secondo tempo ho sentito scricchiolii… gli ultimi venti minuti ci siamo abbassati troppo, e non solo perché ci mancava una torre là davanti. Questa squadra, falcidiata dagli infortuni, è stanca. Pereyra aveva la lingua fuori, ricordiamoci che aveva avuto problemi muscolari poco tempo fa, come credo abbia un deficit fisico Arslan, sempre molto generoso ma con troppi errori di piede e posizionamento al proseguire dei minuti. Anche De Paul è stato sottotono. Il Genoa lo aveva lasciato colpevolmente solo troppe volte, ma gli mancava il suo guizzo, quello scatto che lo rende il migliore nell’ultima mezzora di ogni partita.

Penso che la nostra squadra più di altre sia stata penalizzata da infortuni importanti, su tutti Okaka, Delofeu e Pussetto. Ieri mancava anche Bonifazi e si è sentito. Il Genoa negli ultimi dieci minuti era in campo quasi da solo. Un po’ ci è andata bene, un po’ Musso aveva tenuto benissimo la posizione e avrebbe comunque potuto parare i due tiri fuori e sulla traversa. Ci attende ancora una sfida prima della sosta. Sosta nella quale, se non sbaglio, gli argentini dovrebbero rimanere a Udine. Bisogna stringere i denti e fare lavoro per smaltire le tossine.

Anche la Lazio, che ho visto poco tempo fa contro il Bologna, vive lo stesso appannaggio fisico. Loro più di noi. Sarebbe bello arrivare alla sosta senza una sconfitta e poi lavorare intensamente per ritrovare brillantezza per i novanta minuti, magari recuperando qualche acciaccato.

Rimane il fatto che l’Udinese, se proprio vogliamo dirla tutta, ha fatto un ennesimo passo avanti. Appena subito un gol, quello dell’immortale Pandev (che giocatore!), più per errore del singolo che per posizionamento tattico errato, la nostra ha macinato gioco e azioni già da subito. A Parma abbiamo dovuto aspettare un tempo per vedere una reazione. Qua invece, alla fine del primo tempo il pareggio ci stava stretto a dir poco.

Bene la crescita da centrale di Wallace, uno che recupera palloni e sa giocare a due tocchi veloci, sempre con la testa alta. Bene il ritorno di De Maio dopo un covid pesante. E’ lui che l’anno scorso fece la differenza in difesa, assieme a Nuytinck: ritrovarlo è essenziale per il proseguo del campionato.

Qualche postilla sparsa: la prima è che i “grandi allenatori” sbagliano completamente le partite, in Champions League e i “grandi Direttori Sportivi” si scordano di comprare anche un solo incontrista, mentre da noi, da questo inverno, abbiamo nuovamente una società che va come un motore che non brucia una goccia d’olio. La conferma di Gotti e il mercato di gennaio sono stati lo scatto in avanti per il bel momento che stiamo vivendo.

Secondo appunto: per essere un bravo arbitro non serve avere nome ed esperienza. Non guardo mai ai nomi prima perché ritengo sia importante la prestazione del fischietto più che il nome o il rating. Sabato in campo c’è stato un arbitro che forse, e dico forse, ha fatto uno o due errori in una partita. Dal vivo il gol di Pandev sembrava mano tutta la vita. Viva il VAR quando viene usato (vero Giacomelli…). Tutto il resto è stato perfetto. Quando un arbitro fa il suo senza rendersi troppo evidente ne guadagna il gioco del calcio, quello che tutti noi vogliamo vedere.

Ultima considerazione: faccio una nuova strada per andare a lavoro. Ho preso una multa perché facevo poco più degli 80 kmh con limite ai 70kmh. La ho pagata, è finita lì… le multe si pagano e noi siamo un popolo civile, non c’è bisogno di fare polemiche stupide. Chi vuole intendere…

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