Sottil ha saputo ovviare al meglio agli ‘inconvenienti’ che gli si sono presentati subito ad inizio stagione. In particolare all’espulsione di Perez, in seguito alla quale ha varato la difesa a quattro. Il Messaggero Veneto analizza la capacità trasformista dell’Udinese possibile in particolare per i movimenti di Udogie e Pereyra: “L’esterno mancino che si abbassa in fase di non possesso quando è ancora alto il quinto di centrocampo (in questo caso Pereyra) sul lato opposto è un movimento che Sottil imparò bene a Udine una ventina d’anni fa da giocatore agli ordini di Luciano Spalletti che chiedeva a Thomas Manfredini di fare il “pendolo” per coprire il lato debole quando il brasiliano Alberto spingeva. In questo modo la difesa era quasi sempre coperta a quattro, pur impostando a tre.
Sottil sta dunque arrivando al suo credo, quella difesa a quattro che ha sempre utilizzato in carriera e che aveva ricordato ai giornalisti anche dopo la Salernitana: «Sapete quanto a me piaccia giocare col 4-3-1-2». Lo sapeva anche Gino Pozzo quando lo ha ingaggiato, salvo poi chiedergli la difesa a tre, il “mantra” della società. Ora però il cambiamento è stato avviato e la nuova frontiera all’orizzonte potrebbe essere quel 4-2-3-1 che a inizio ripresa al Mapei Stadium ha visto Ehizibue coprire le spalle a Pereyra, con Udogie in linea difensiva e pronto ad alzarsi, mentre Walace e Lovric facevano diga alle spalle del “Tucu”, Samardzic e Deulofeu, con Success nel ruolo di prima punta (là dove il titolare tra un po’ diventerà Beto). Cambiate pure gli interpreti a piacimento, come sta facendo Sottil sfruttando i cinque cambi a disposizione durante i 90 minuti, e avrete un modulo talmente universale da essere applicato tanto in fase offensiva quanto difensiva, proprio come si sono accorte Fiorentina, Roma e Sassuolo”.