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Tuttosport, Bachini: “Ora vorrei essere un esempio positivo”

L'ex bianconero, a cui è stata tolta la radiazione dal calcio, vuole tornare nel mondo del pallone ma per essere stavolta un modello positivo.
Monica Tosolini

Jonathan Bachini sta per tornare. O almeno lo vorrebbe. L’ex esterno d’attacco dell’Udinese, a 48 anni, chiede una nuova chance dopo che l’altro ieri la Figc ha annullato la radiazione che lo aveva tenuto lontano dal mondo del calcio per 17 anni. A Tuttosport Bachini si è aperto, guardando soprattutto al futuro: “Sogno di rientrare in quello che per anni è stato il mio mondo. Non ho mai abbandonato il calcio…Mi piacerebbe allenare. Mi iscriverò ai corsi, prenderò gli attestati poi credo di aver qualcosa da insegnare”.

Come ad esempio si salta l’uomo e si crea superiorità numerica? “Esatto. Non sono contro le squadre che costruiscono dal basso, ma contro chi riparte sempre da dietro. Divento matto quando vedo un giocatore che può tentare l’uno contro con 20-30 metri di campo e scarica orizzontalmente al mediano o indietro al difensore. Ero un cavallo pazzo, ma facevo divertire e andare sulla fascia, scartare l’avversario e crossare o accentrarmi verso la porta mi dava un piacere immenso”. 
 
In chi si rivede oggi? “Federico Chiesa è il Jonathan Bachini 2.0, ha coraggio, qualità, salta l’uomo e dà superiorità numerica. Che poi è quello che piace alla gente. Bisogna divertire chi paga il biglietto per vederti”. 
 
Quindi vorrebbe iniziare ad allenare una squadra di bambini? “Più che bambini, ragazzini. L’età dell’adolescenza è la più delicata umanamente, ma anche la migliore per l’apprendimento calcistico. Oltre a insegnare calcio sarei pronto per raccontare la mia storia, ad aiutare chi si sente solo, incompreso e rischia di finire in brutte strade. Dopo essere stato un esempio negativo, voglio esserlo in positivo”. 
 
Da quali allenatori ha imparato di più? “Ne ho avuti tanti, ma se mi chiedete due nomi dico Mazzone e Zaccheroni. Il primo era un maestro nella gestione del gruppo, ma faceva anche un calcio di palleggio, almeno quando io l’ho avuto al Brescia, nonostante avesse l’etichetta di catenacciaro e difensivista. Zaccheroni è uno di quelli che ha cambiato il calcio italiano, ottimo allievo di Sacchi. Con lui vincevi divertendoti, che per un giocatore è il massimo”. 

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