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Simone Pepe alla Gazzetta dello sport: “A Udine mi reinventai e conquistai la Nazionale”

L'ex attaccante racconta la sua trasformazione in esterno destro
Monica Tosolini

Simone Pepe si guarda indietro e sa di potersi ritenere soddisfatto per la carriera da calciatore vissuta con il sorriso e con tanta voglia di dire la sua sempre. L’ex attaccante ripercorre alla Gazzetta dello sport le tappe più significative del suo percorso. Una è stata certamente quella che lo ha portato in Friuli, nell’Udinese di Pasquale Marino. Ricorda: “In C e in B segnavo tanto, ma in A da attaccante non la beccavo mai. La mia fortuna fu cambiare ruolo e allargarmi. E riconosco di essere stato molto bravo a reinventarmi in un ruolo diverso. Accadde a Udine: c’erano sei punte tra cui Di Natale, Quagliarella, Floro Flores. Comincio il ritiro e Pasquale Marino mi dice: ‘Simone, apprezzo tantissimo l’impegno, vai a 200 all’ora, ma qui non giocherai mai’. Io avevo qualche proposta, ma gli rispondo che sarei rimasto se mi avesse promesso di darmi una chance appena possibile. E così fu. Nelle prime dieci giornate gioco al massimo un’oretta. Poi a Firenze qualcuno è infortunato, qualcun altro non vuole fare l’esterno e tocca a me: faccio un assist a Quagliarella, uno a Di Natale, vinciamo 2-1 e non esco più. Un anno dopo sono in Nazionale”.

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