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Pozzo a Forbes: “L’obiettivo è tornare in Europa”

Quella dell'Udinese è la proprietà di un club più longeva nei cinque maggiori campionati europei di calcio. Gianpaolo Pozzo l'ha rilevata nel 1986 e da allora sta facendo la storia del club friulano. Intervistato da 'Forbes', ha ...
Monica Tosolini

Quella dell’Udinese è la proprietà di un club più longeva nei cinque maggiori campionati europei di calcio. Gianpaolo Pozzo l’ha rilevata nel 1986 e da allora sta facendo la storia del club friulano. Intervistato da ‘Forbes‘, ha parlato delle ambizioni per la società e della situazione attuale del calcio in Italia, proprio a proposito di proprietà, rivelando di non aver ricevuto per ora proposte sull’Udinese.

La gestione Pozzo si è sempre fondata sulla scoperta e la valorizzazione di talenti: “L’obiettivo dell’Udinese è sempre stato e sarà sempre quello di scoprire grandi talenti. Questo è fondamentale per avere un club sostenibile”. Ma, spiega, “Ora il panorama è cambiato perché ci sono piattaforme come Wyscout e forse anche i club più ricchi possono vedere rapidamente un giocatore e offrire più soldi per ottenere il giocatore. Ma è fondamentale avere ancora un grande reparto di scouting. Non puoi semplicemente guardare un giocatore in video. Devi essere in grado di capire il potenziale del giocatore. Il nostro dipartimento di scouting è uno dei migliori al mondo”.

Sulle multiproprietà: “Sono stato uno dei primi a possedere più club, ma vedo che questo fenomeno è in aumento e potrebbe essere una nuova direzione per il calcio”

Investitori internazionali sempre più attratti dall’Italia: “Avere proprietari internazionali è un aspetto positivo perché ha contribuito ad aumentare l’interesse per il calcio italiano. Come, ad esempio, l’ultimo decennio in Premier League, dove gli investitori sono arrivati ​​dai paesi arabi e dagli Stati Uniti per investire nel calcio inglese. Questo può far nascere nuove esperienze e forse nuove idee nel calcio italiano”.

Ma a lui non sono arrivate richieste per cedere l’Udinese: “Sicuramente l’Italia è in un periodo difficile. Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto un divario rispetto alla Premier League o alla Liga. Ma ora, grazie anche alla nostra tradizione, alle nuove idee e agli investitori, stiamo iniziando a lavorare per colmare questo gap. Il private equity potrebbe rappresentare un’occasione per portare nuovi capitali in campionato e magari aumentare l’appeal del calcio italiano”.

In chiusura, poi, ha osservato che “Non è facile competere con i club più grandi per una società con le dimensioni dell’Udinese, ma lavoriamo e lavoreremo sempre di più per colmare questo gap. Stiamo facendo un grande sforzo negli ultimi anni per tornare passo dopo passo a competere con i top club, questa è l’ambizione. L’obiettivo a breve e medio termine è tornare a giocare nelle competizioni europee”.

 

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