“Questione di centimetri più che di cabala, visto che per l’Udinese è la seconda sconfitta del girone di ritorno e che anche la prima era arrivata contro l’altra squadra della Capitale, seppure in trasferta. Questione di centimetri: troppi quelli concessi alla Lazio durante il primo tempo veemente degli ospiti che, evidentemente, sapevano di non avere un serbatoio pieno di carburante dopo l’impegno in Champions League contro il Bayern, quello dell’eliminazione dalla coppa, e volevano a tutti i costi indirizzare la partita su un binario a loro favorevole, nel quadro di una classifica che richiedeva una vittoria proprio per restare in quota e continuare a coltivare il sogno di un ritorno in Europa dalla porta principale.Questione di centimetri anche nella ripresa, quando l’Udinese, sotto di un gol (magnifico, un ricamo il destro a giro di Marusic per la rete da tre punti), ha cambiato marcia, visto che un tiro di De Paul è finito sul palo, mentre nell’assalto finale Forestieri è stato atterrato da Musacchio a un attimo dall’area di rigore, guadagnandosi così solo una punizione, dalla quale è nata forse l’azione più bella della partita, ma non il pareggio che, alla fine dei conti, sarebbe stato anche meritato. De Paul calcia sulla barriera, recupera il pallone, fugge verso la linea di fondo e con un cross di “rabona” pesca Okaka solo in mezzo all’area che di testa spedisce il pallone tra i seggiolini desolatamente vuoti della Curva Nord.Dicesi “rabona” lo spostamento di una gamba dietro l’altra per colpire il pallone: in poche parole in questo caso il cross di Don Rodrigo dalla sinistra è stato fatto magicamente con il destro, quasi con un colpo di frusta, non a caso gli argentini sanno che deriva da “rabo”, la coda che i bovini nella Pampa agitano con dei colpi secchi per scacciare le mosche.Morale della favola sarebbe bastato avere un attaccante decisamente più preciso dei vari Llorente, Nestorovski e Okaka per allontanare la Lazio dai tre punti, visto che nella ripresa la gara l’ha fatta l’Udinese”. Così il Messaggero Veneto su Udinese-Lazio 0-1
E queste le pagelle dei bianconeri:
DE PAUL IL MIGLIORE 7 – Nel primo tempo è sua la punizione per il colpo di testa di Llorente, mette lo zampino anche nell’azione fallita prima del riposo da Larsen. Sale in cattedra nella ripresa colpendo il palo e poi smazzando assist come cioccolatini, il problema è che non ha compagni alla sua altezza. Il cross di rabona per Okaka sarebbe stato l’assist dell’anno. A volte forse poteva allargare il gioco su Molina invece di insistere nell’azione individuale, ma cosa puoi rimproverare a uno che gioca così?
MUSSO 6 – Non trattiene una conclusione di Luis Alberto, nella ripresa chiude lo specchio a Immobile.
BECAO 5 – Un’incornata fuori da buona posizione, Immobile lo salta con troppa facilità.
BONIFAZI 6 – Concede poco agli attaccanti avversari, è anche sufficientemente sicuro nelle uscite palla al piede.
NUYTINCK 6 – La sua partita è praticamente la stessa di quella di Bonifazi.
MOLINA 5,5 – Concede troppo spazio a Marusic nell’azione del gol. Meno incisivo e preciso rispetto al solito al cross.
WALACE 6 – Nel primo tempo si piazza in trincea, nella ripresa esce dal guscio e forse il suo giro palla risulta un po’ troppo lento.
MAKENGO 4,5 – Un sinistro alto dopo un assolo, poco preciso nel palleggio. È ancora acerbo per fare il titolare.
LARSEN 5,5 – La solita onesta prestazione macchiata dalla grande occasione fallita a fine primo tempo. Non angola la conclusione e centra Reina in uscita.
PEREYRA 6 – Nel primo tempo viene poco coinvolto nel gioco, meglio nella ripresa da mezzala.
LLORENTE 5 – Un colpo di testa centrale, ma soprattutto poco preciso e utile alla costruzione della manovra. Giornata-no.
NESTOROVSKI 5,5 – Non riesce ad arrivare sul tracciante di De Paul, sulla palla di Molina calcia bene ma la mette fuori.
OKAKA 5 – Utile per l’assalto finale ma siamo alle solite: salta fuori tempo sul cross di De Paul e quelle sono occasioni che a certi livelli non puoi sbagliare.
FORESTIERI 6,5 – Un quarto d’ora abbondante nel quale dimostra di essere frizzante. Si prende la punizione dal limite e mette in mezzo due palloni pericolosi.