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Messaggero Veneto: Scuffet, dolore e rinascita

Il dolore causato dal Coronavirus ha colpito duramente Simone Scuffet: suo nonno, Giovanni Visintini, è morto sabato dopo aver lottato contro il Covid-19.
Monica Tosolini

Il dolore causato dal Coronavirus ha colpito duramente Simone Scuffet: suo nonno, Giovanni Visintini, è morto sabato dopo aver lottato contro il Covid-19. Il portiere di Remanzacco ne ha parlato al Messaggero Veneto: “Lo ricordo con grande affetto e insieme alla nostra famiglia lo porteremo nel cuore per la bella persona che è sempre stata.Aveva 91 anni, ha vissuto una vita piena e felice. Desidero ringraziare i medici dell’ospedale di Udine che si sono presi cura di lui fino all’ultimo. Adesso, d’ora in poi parerò anche per lui”.

Il talentuoso portiere è assolutamente intenzionato a trasformare il dolore in forza. Rimane ancora sul tema del virus: “Comprendo chi ha perso i propri cari, è la prima volta che viviamo qualcosa del genere. La curva che cala fa piacere, ma bisogna rendersi conto che ogni sera ci sono centinaia di persone e di famiglie affrante dal dolore. A fronte di tutto questo non è nulla il piccolissimo sforzo di restare a casa che ci viene richiesto, mentre medici e infermieri hanno oneri immani. Io sono rimasto alla Spezia con la mia ragazza Martina, le famiglie mancano, ma meno ci si vede e meglio è per tutti”.

Parlando di calcio, non è d’accordo con chi dice che bisogna ripartire a tutti i costi. Dell’esperienza allo Spezia e della scelta dell’Udinese di fissare un milione per il suo riscatto da parte dei liguri parla così: “Mi sto trovando molto bene. La società è molto organizzata, il gruppo rema tutto dalla stessa parte nelle difficoltà e i tifosi sono calorosi ma rispettosi. Sento grande fiducia e sto trovando quella continuità che mi era mancata. Sto migliorando sotto tutti gli aspetti, ma soprattutto parlo di più in partita con i compagni e lavoro per sentirmi sempre meglio, sempre un po’ più forte, sicuro e completo rispetto al giorno prima. Poi si vedrà, ci saranno allenatori che decideranno per me. Il prestito e il riscatto a un milione? Sinceramente oggi non ci resterei male e ho capito che in questo momento tornare a Udine non è quello che deve succedere. Io qui sto bene e se dovessi restarci non ci sarebbe rammarico e tristezza pensando che sarei potuto essere da un’altra parte, perché la scorsa estate è stata fatta la scelta di mettere questo milione come contro riscatto”.

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