Più che l’Inter, secondo il Messaggero Veneto, è Mladen Samardzic ad essere irremovibile sulle sue posizioni per quanto riguarda la trattativa per il trasferimento a Milano del figlio. Il serbo ieri non si è presentato a nessuno dei due appuntamenti fissati a Milano per la firma: ora dovrà essere l’Udinese a cercare di convincere il centrocampista a chiudere la vicenda con l’agognato autografo su quel contratto.
Scrive il quotidiano: “È dunque a “papà Mladen” e solo a lui che bisogna guardare per trovare il vero ostacolo in questa clamorosa storia di calciomercato che ieri ha vissuto l’ennesimo colpo di scena, visto che l’entourage Samardzic non ha varcato la soglia della sede dell’Inter agli orari stabiliti: il primo appuntamento era fissato alle 14, ed è andato a vuoto così come il secondo entro le 22, la “deadline” fissata dall’Inter che adesso è davvero irritata con la famiglia serba, e non certo con l’Udinese a cui ha passato la palla per cercare di sbloccare la trattativa da cui, tuttavia, potrebbe essere slegato l’arrivo in Friuli di Giovanni Fabbian , particolarmente gradito dall’Udinese”.
Mladen vuole la commissione pattuita con la Pimenta, il 50% dei 600mila euro promessi dall’Inter che invece ha fatturato tutto all’erede di Raiola. L’Inter non ci sente e allora Samardzic genitore ha pensato di chiedere un aumento sull’ingaggio del figlio per ‘recuperare’ la cifra. Marotta ha risposto picche e ha chiesto all’Udinese di prendere in mano la situazione. Un furente Gino Pozzo ha parlato anche ieri sera con i Samardzic, ma non sarebbe arrivato alla minaccia di metterlo fuori rosa. Samardzic si allenerà a parte, come ha fatto prima dello scoppiar del caso. Non lo reintegrerà però in rosa, visto che non rientra più nel progetto bianconero. E continuerà a sondare il terreno per Basic, richiesto in prestito con diritto di riscatto.