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Messaggero Veneto: Presente e futuro

Padelli: "Ci siamo posti un obiettivo, lo sveleremo quando lo avremo raggiunto". La testa e il fisico mi dicono di giocare ancora, deciderò assieme alla società"
Monica Tosolini

Daniele Padelli viaggia verso le 40 primavere, ma ha la voglia, la saggezza e le capacità per vedersi ancora protagonista in serie A. Anche se, al Messaggero Veneto, dice che forse la sua prestazione con il Parma è stata un po’ enfatizzata: “Ho fatto quello che un portiere di serie A deve fare” ha detto.
Ha saputo che sarebbe stato titolare due giorni prima della gara con i ducali, ora è in ballottaggio con Okoye: “Vedremo chi giocherà. Okoye è tornato a disposizione, se verrà scelto lui sarò contento perché per un calciatore è sempre bello rientrare da un lungo infortunio”.
Questa Udinese fa tornare col pensiero a quella di Guidolin del biennio 2011-13. Lui spiega che “La prima era una squadra in cui molti giocatori erano già al top della maturazione, in questa ci sono calciatori con più margini di miglioramento”.
Si sussurra la parola Europa, ma Padelli spiega che oggi, arrivarci, è più difficile di allora “perché la concorrenza è aumentata. Ci sono molte più squadre che possono inserirsi: il Bologna, l’Atalanta, la Fiorentina, il Torino. Questo è un campionato molto più livellato verso l’alto, le piccole non sono vittime predestinate quando giocano con le big”.
Per quanto lo riguarda, il fine carriera sembra vicino: “Al momento fra pochi mesi, anche se la testa e il fisico mi dicono di continuare ancora. Ne parlerò serenamente con la società”.
Dura accettare l’etichetta di uomo spogliatoio: “In parte sì perché comunque io mi sento ancora calciatore. E infatti poter andare in campo nella scorsa giornata è stato gratificante a livello personale. Se sono stato all’altezza significa che mi sono allenato bene”.

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