Domenica Rolando Mandragora tornerà al ‘Friuli’, lasciato giusto un anno fa. Il centrocampista, con la fascia da capitano, guiderà il Torino contro la sua ex squadra. Tramite il Messaggero Veneto si è rivolto ai suoi vecchi tifosi:
Mandragora, dopo la sfida giocata a porte chiuse in aprile, stavolta ci saranno i tifosi per il suo ritorno…«Sarà bellissimo ritrovare tutti, e rivedere gli amici che ho in Friuli mi renderà felice. Udine mi ha dato molto come uomo e come giocatore, e posso solo ricordare tutte le persone con affetto, ringraziandoli per quello che mi hanno dato».
Che dire ripensando alle sue stagioni in bianconero?«Due anni, due step importanti di crescita, anzi direi fondamentali per la costruzione della mia carriera».
Ricordi?«Tanti, oggettivamente. Sono stato accolto bene e sono stato trattato bene, sia io che la mia famiglia, mentre in campo i momenti più belli sono stati legati ai risultati. Ogni qualvolta io e i miei compagni riuscivamo a portare a casa i punti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi fissati a inizio stagione».
Non tutto però è filato sempre liscio…«Il momento più difficile per me, ovviamente, è stato quello dell’infortunio al ginocchio, ma anche in quel frangente tutti mi sono stati vicino, dalla società ai compagni ai tifosi, oltre alla famiglia e al mio entourage che sono stati centrali per superare tutto».
All’andata sedeva ancora Gotti sulla panchina dei bianconeri.«Mi sono trovato bene col mister, una persona di grande umanità e preparazione a cui auguro il meglio».
Con l’avvicinarsi della partita si sono fatti sentire i suoi amici da Udine?«Sì, è normale. Come detto, ho lasciato lì molti amici, dentro e fuori dal calcio, e mi piace curare il rapporto con loro».
Qual è il suo giudizio sull’Udinese?«È un club importante, una piazza ideale per un giocatore in crescita, ma anche per affermarsi e diventare grandi. La storia parla per il club, e un mio ringraziamento particolare va ovviamente alla famiglia Pozzo per tutto quello che hanno fatto per me».
Il Toro sta crescendo con Juric. È il tecnico il segreto del vostro buon campionato? «La filosofia del mister è quella del lavoro e della cura del dettaglio, due fattori che ti permettono di migliorare e di essere veramente competitivo. La forza del Toro sta nel gruppo, nella compattezza e nella concentrazione nei 95 minuti direi, tutti aspetti fondamentali per crescere ancora».
