Ciccio Graziani, doppio ex di Udinese e Fiorentina e attuale commentatore Mediaset, ha parlato al Messaggero Veneto dell’emergenza coronavirus e della sfida di domenica: “Il momento è difficile, ma se siamo tutti intelligenti e seguiamo le regole prescritte dal ministero possiamo farcela. Il campionato ripartirà senza pubblico? Bene, ce ne faremo una ragione, ma intanto è molto meglio tornare a giocare, è un modo per tornare alla normalità”.
Non è stata invece “normale” la Lega, subissata di critiche dopo le note indecisioni.”È stata la dimostrazione che la parola buon senso non appartiene a tanti. Purtroppo ci siamo ritrovati con una Lega serie A che non ha saputo essere così decisionista su quanto era già stato valutato e deciso la scorsa settimana e infatti oggi stiamo facendo quello che poteva esser già fatto. È successo il pandemonio con alcuni club che hanno spinto per interessi personali e abbiamo fatto anche una brutta figura internazionale”.
Un mese di campionato a porte chiuse apre a quali scenari? “Non essendoci il pubblico la differenza potrebbe farla l’aspetto tecnico. Giocare in uno stadio senza pubblico resta una grande anomalia anche per chi è in trasferta, ma al di là della partita dobbiamo pensare che cambierà tutto anche in allenamento con i giocatori che dovranno seguire il decalogo scrupolosamente perché qualora fosse trovato un giocatore positivo salterebbe tutto, con quarantene non solo per gli interessati, ma per tutta la squadra. Sarebbe impossibile concludere la stagione”.
Domenica al Friuli c’è Udinese-Fiorentina, due squadre del suo passato…”Penso a un pareggio perché si equivalgono. Per me l’Udinese ha ancora troppi alti e bassi, è molto discontinua pure avendo ottimi calciatori e deve stare attenta assieme al Torino. Rispetto al Genoa, Udinese e Torino non sono partite per trovarsi in zona salvezza e questa disabitudine potrebbe inguaiarle”.
Da ex grande attaccante come vede le punte dell’Udinese? “Penso che Lasagna deve fare più addestramento e imparare a calciare meglio anche col destro. Ha grandi potenzialità, ma è come una macchina che va fuori giri e non trova la porta perché impreciso. O è larga, o alta o bassa e quando è così l’unica cosa è riproporre in allenamento le posizioni di tiro per fargli vedere meglio la porta”.
