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Messaggero Veneto: Don Julio, pensieri e parole

Il Messaggero Veneto ha interpellato oggi Julio Velazquez per una chiacchierata sull'Udinese.
Monica Tosolini

Il Messaggero Veneto ha interpellato oggi Julio Velazquez per una chiacchierata sull’Udinese. L’ex tecnico bianconero ha vissuto la realtà friulana per 158 giorni nella seconda parte del 2018. Oggi allena il Maritimo, ma uno sguardo all’Udinese c’è sempre. Infatti, ribadisce: «Per me è stata una bella esperienza. Amo l’Italia e il suo calcio. A Udine ho avuto l’occasione di conoscere una società straordinaria, una bellissima città, dei calciatori di livello e una tifoseria molto attaccata alla squadra. È finita troppo presto, ma io conservo un ricordo positivo di quel periodo».

Empoli-Udinese 2-1, la gara che le costò la panchina, vide la sua squadra sprecare l’impossibile. Senza tutte quelle finalizzazioni sbagliate sarebbe stata un’altra storia?«Totalmente, ma il calcio è così. Giocammo una partita straordinaria arrivando dieci volte davanti alla porta e sbagliando pure un rigore. Giocavamo un calcio propositivo, avevamo tanti giovani, alcuni di loro come Musso, De Paul e Lasagna sono arrivati in nazionale. Il calendario non fu semplice visto che in casa affrontammo squadre fortissime: Juve, Milan, Napoli e Lazio. E comunque non siamo mai stati in zona retrocessione».

Sia sincero: se l’Udinese un giorno la richiamasse cosa risponderebbe?«Assolutamente sì. Premetto però che Gotti sta facendo un lavoro straordinario e sono molto rispettoso del lavoro suo e di tutti i colleghi. L’Udinese ha un allenatore di qualità e gli auguro di continuare a fare bene. Ma se in un futuro arrivasse una chiamate direi di sì. Tra l’altro mi sento ogni tanto al telefono con Gino Pozzo al quale mi lega un rapporto anche al di fuori del mondo del calcio».

È vero che in estate è stato contattato dal Sassuolo?«Ho avuto una chiacchierata con più di una società italiana, ma per correttezza non mi piace fare nomi. Poi per vari motivi non si è concretizzato nulla. Tra l’altro io ho un contratto con il Maritimo fino al 2022 e qui mi sono trovato molto bene».

L’Udinese in estate è venuta a pescare in Portogallo la sua punta, Beto. Cosa ci può dire di lui?«I Pozzo, si sa, sono bravissimi sul mercato nell’anticipare la concorrenza. Beto è partito dai campionato inferiori e lo scorso anno al primo campionato nella Primeira Liga ha vissuto una stagione importante. Ha forza, potenza, velocità: tante squadre lo volevano. In Italia dovrà trovare una continuità importante».

Mister, lei ha appena compiuto 40 anni. Si può dire che forse è arrivato troppo presto in Italia?«No, ho cominciato la mia carriera in panchina 25 anni fa, ne avevo solo 15. E quando l’occasione arriva devi accettarla. Fare l’allenatore è la mia passione e tutte le esperienze ti rafforzano».

Nella gara persa col Napoli lei schierò Pussetto esterno a tutta fascia. Con gli altri allenatori ha fatto l’esterno alto o la punta. Qual è il ruolo dell’argentino?«Attaccante esterno o seconda punta. Adesso non ricordo i particolari della situazione, ma se lo schierai là è perché avevamo problemi in quel ruolo di infortuni e di squalifiche».

Mister, ma quanto calcio vede in tv?«Tantissimo. Quando alleno è un po’ più complicato, ma mi organizzo. Seguo anche la serie B italiana, anche lì ci sono calciatori bravi sui quali è bene documentarsi».

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