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Messaggero Veneto: Di Michele e la storia di quei calci di rigore tra Lecce e Udinese

David Di Michele il 6 gennaio festeggia il compleanno in una data particolare, quella che vede di fronte Lecce e Udinese.
Monica Tosolini

David Di Michele il 6 gennaio festeggia il compleanno in una data particolare, quella che vede di fronte Lecce e Udinese. Sono due squadre che per l’attaccante romano hanno significato tanto. Numerosi i ricordi che ripercorre al Messaggero Veneto. Il primo, quello della doppietta con i friulani per il successo di 2-1 nella stagione 2001/02: “Fu un anno particolare. Tutti all’inizio pensavamo di fare un campionato diverso e non di trovarci a giocare per la salvezza alla penultima e con la Juve poi da affrontare. Per noi era quella la partita decisiva e la vincemmo contro un Lecce battagliero e orgoglioso, come nel suo stile. In quella partita c’erano molte cose in ballo, incluso il mio spirito di rivalsa nei confronti di Delio Rossi, che si era comportato male con me quando stavo a Salerno. Al 90′ il rigore decisivo… È stato il più pesante della mia vita, ma ero convintissimo di segnare. Scelsi l’angolo di tiro, il portiere intuì, ma partì in ritardo e non ci arrivò. Fu il gol della salvezza”

.A proposito di rigori, ne parò uno proprio contro il Lecce, da improvvisato portiere bianconero, in quella pazza partita di coppa Italia (4-5) del 2004…”Fu espulso Handanovic, Spalletti voleva mandare in porta Muntari, ma lo convinsi. Vucinic si presentò sul dischetto e pensai che buttarsi sarebbe stato inutile. Ero piccolo, avevo la maglia di Handa che mi faceva sembrare Sbirulino, lui calciò male e io la parai col piede”.

L’Udinese, oggi: “Inizialmente ha fatto grande fatica, poi Gotti ha trovato una quadratura migliore e ha messo i giocatori al posto gusto, e in questo momento la storia dice che Gotti li sta facendo esprimere meglio”.

Un po’ meno il chiacchierato De Paul…”Per me dovrebbe giocare libero dietro alle punte, perché se deve difendere dietro poi lo perdi davanti. Lui deve determinare, non portare acqua agli altri. Credo che giocando così all’Inter non serve, ma se invece comincia a determinare è diverso”.

Il Lecce  di oggi: “Mi ha impressionato la personalità di questi ragazzi, alcuni dei quali sono alle loro prima esperienza in A. Giocano senza timore e vuol dire che l’allenatore ha dato loro una grande impronta. Penso che in casa faticano perché si sbilanciano in avanti e lasciano spazi dietro. Ho giocato con Filippo Falco, che sta migliorando tanto, poi c’è Mancosu che è un buon giocatore e ho gli amici Lucioni e Rispoli, un difensore sottovalutato, con cui ho giocato insieme”.

Corsa salvezza: Udinese e Lecce insieme al traguardo? “L’Udinese si salverà perché la società è sana e la città lo merita. Il Lecce ha un gap con le altre, ma c’è è una realtà importante e stanno facendo bene”.

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