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Messaggero Veneto, Costacurta: “L’assenza di Thauvin è un alibi che non regge”

L'ex difensore rossonero analizza la flessione dei bianconeri: "L'Udinese deve ritrovare se stessa e la solidità difensiva che aveva fino a qualche giornata fa"
Monica Tosolini

Quattro sconfitte di fila suggeriscono mille domande. Il Messaggero Veneto ne ha rivolte alcune a Billy Costacurta per cercare di capire i motivi di questa crisi bianconera. La sensazione comunque è che ci sia una sorta di appagamento: “Purtroppo non è la prima volta. Succede a tante squadre di perdere smalto una volta raggiunto l’obiettivo stagionale, anche se ci sono tutte le possibilità di continuare a sognare per cercare di fare una grande impresa”.
Sull’importanza di Thauvin per la squadra, Costacurta non accetta questo alibi: “Con tutto il rispetto per Thauvin non credo che stiamo parlando di un giocatore che da solo possa spostare tutti gli equilibri dell’Udinese. È importante che la sua assenza non sia considerata un alibi, perché non può reggere”.
Contro il Milan, gravi le pecche della difesa: “Il primo gol segnato dal Milan è grave perché Leao non può avere sette metri di spazio al limite dell’area per calciare un pallone che avrebbe anche potuto stoppare. Nello specifico, Jovic ha fatto il movimento verso la porta portandosi via due difensori che non avrebbero dovuto farsi sorprendere in quel modo”.
E una stoccata arriva anche per Solet: “Aspetterei un attimo prima di definirlo straordinario come leggo. Sento che ha conquistato tutti, ma vedendolo noto che in tante situazioni non si muove bene con la squadra. Sull’uno contro uno può essere forte, ma per ora vedo un po’ più di difetti. A volte, nel lavoro di squadra, è troppo alto e troppo aggressivo quando invece dovrebbe capire se marcare o coprire. La scelta delle giocate nei tempi è importantissima per giocare a certi livelli. In Kristensen e Solet vedo un po’ gli stessi difetti di lettura dell’azione difensiva”.
Perplessità anche sul rendimento di Lucca: “Le prestazioni non devono mai calare anche quando la testa può andare al mercato. Se uno pensa al mercato abbassando le prestazioni diventa un problema anche perché uno dei criteri con cui un giocatore viene scelto dalle grandi è la capacità di resistere alle pressioni esterne, e se la pressione esterna abbassa la prestazione non si è da grande squadra”.

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