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Il Gazzettino, Larini: “Americani a digiuno di calcio”

L'ex Ds bianconero: "Francamente sarei dispiaciuto se i Pozzo cedessero l'intero pacchetto ai fondi"
Monica Tosolini

Procede a passo spedito la trattativa della famiglia Pozzo con il fondo americano che acquisirà l’Udinese. Il Gazzettino oggi scrive: “Le parti sembrano d’accordo quasi in tutto. Gli ultimi dubbi dovrebbero essere appianati nei prossimi giorni, non oltre il 6 giugno, quando a Lussemburgo ci sarà l’incontro tra venditore e compratore per ufficializzare l’operazione, che rappresenterà una svolta epocale in casa dell’Udinese, dopo 39 anni di gestione dei Pozzo”.
Fabrizio Larini, Ds dell’Udinese dal 2010 al 2013, ultimi anni dei bianconeri in Europa, ha commentato al quotidiano: “Sarei dispiaciuto se i Pozzo cedessero l’intero pacchetto azionario agli imprenditori americani, i quali, si badi bene, devono ancora imparare molto nel mondo del calcio. I Pozzo, invece, sono una garanzia, sono da 39 anni alla guida dell’Udinese e con loro il club ha conquistato risultati molto importanti”. A questo punto, la situazione ideale sarebbe quella in corso a Bergamo dove “Percassi gestisce la parte prettamente sportiva, di tutto il resto se ne occupano gli americani e i risultati che i neroazzurri stanno ottenendo e non solo da quest’anno, sono sotto gli occhi di tutti. Per cui, almeno per un certo periodo, auspico che i Pozzo continuino a curare l’aspetto sportivo, anche perché sono preparati, sono tra i migliori in circolazione. Gli americani, invece, di calcio non è che ne mastichino tanto, diciamo la verità; investono, vogliono fare bene, è vero, ma fare calcio, vi assicuro, è assai difficile, basta poco per rovinare tutto. Per loro sarebbe opportuno fare un periodo di apprendistato e nessuno meglio dei Pozzo è in grado di insegnare loro come si gestisce un club. Mi rendo anche conto che, oggi, ci sono meno soldi rispetto a qualche tempo fa, quando i vari Berlusconi, Moratti, anche Cechi Gori, Tanzi, Agnelli, Sensi riuscivano ad acquistare fior di giocatori, ma i soldi non bastano mai, per cui ben vengano anche investitori esteri, ma non devono disperdere il patrimonio di esperienze, di idee, di competenze che trovano”..

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