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Gazzetta dello sport: Udinese e Fiorentina inghiottite dal vuoto

È uno zero a zero che assomiglia esattamente a quel che ci si aspetta da uno zero a zero.
Monica Tosolini

È uno zero a zero che assomiglia esattamente a quel che ci si aspetta da uno zero a zero. Una partita non piena in uno stadio vuoto. Non un’amichevole, sarebbe troppo definirla così, ma Udinese-Fiorentina è stata avara di emozioni. Ed è un peccato che sia evaporato senza sottolineature il minuto numero 13, quello che di solito serve a celebrare la memoria Davide Astori: il capitano della Fiorentina due anni fa quasi esatti – era il 4 marzo – se ne andava nella notte prima di giocare proprio questa partita. L’omaggio arriva comunque a fine primo tempo, quando sugli schermi dello stadio appare la scritta «Mandi Davide», ma forse è stato più significativo il silenzio che ha aleggiato sulla serata della Dacia Arena”. Così la Gazzetta dello sport commenta la partita vista ieri al Friuli e parla anche dell’atmosfera surreale vissuta nell’impianto dei Rizzi.

“Gli altoparlanti hanno provato a camuffare l’immediata vigilia nella situazione anomala mandando musica un po’ datata, urlando le formazioni – anche se meno del solito – come se ci fosse qualcuno ad ascoltarle; poi l’inno dell’Udinese, suonato una, due, tre volte, e ancora l’inno della Serie A. Quando le squadre entrano in campo, però, è silenzio e non c’è più inganno. L’atmosfera, come sugli altri campi, è surreale. A lungo, dall’erba, si sentono soltanto gli urlacci di Musso: «Le preventive», «Scivola», «Le punte», e i richiami ai difensori. Il portiere diventerà vero protagonista nel finale, fermando il match-ball di Chiesa. Ma per arrivarci si attraversano lunghi minuti di noia. La mancanza del contorno accresce l’attenzione sulla pietanza, che risulta annacquata. La percezione su ogni pausa è dilatata: tre minuti per battere una punizione dalla trequarti che poi si trasforma in un cross direttamente sul fondo, un minuto per un calcio d’angolo sballato, per non parlare della calma irreale quando l’arbitro Fabbri si consulta brevemente con il Var. Tifo e pubblico avrebbero riempito quei vuoti, che così diventano invece voragini”.

Nelle pagelle 6 all’Udinese come squadra e 7 a Musso, il migliore:

MUSSO 7 IL MIGLIORE – Comanda la difesa a gran voce, poi al 92′ piazza la parata decisiva su Chiesa. I grandi portieri fanno così.

BECAO 6 – Una bella diagonale iniziale, difende con attenzione.

EKONG 6 – Vigila dove serve.

NUYTINCK 6,5 – Saltato una volta da Chiesa, poi mai più. Sull’uomo non lascia nulla.

LARSEN 5,5 – Potrebbe approfittare di più della timidezza di Igor.

DE PAUL 6 – Calcia sempre pulito, pure troppo. Dribbla bene, pure troppo. Quando si spegne lui, per l’Udinese si fa buio.

JAJALO 5,5 – Un po’ troppo orizzontale nella regìa.

FOFANA 5,5 – Dà dinamismo, però poca efficacia: esemplare in questo senso un tiraccio nel finale.

MANDRAGORA 6 – Coraggioso al tiro per tre volte, solo una però va vicino allo specchio.

SEMA 5,5 – Non aziona quasi mai la spinta, finisce per fare match pari con Lirola. Al ribasso, però..

ZEEGELAAR – SV

OKAKA 6 – Sfiora il gol di testa in mischia, non smette di lottare anche se fa fatica.

NESTOROVSKI 5,5 – Si sbatte sì, ma non aiuta molto lo sviluppo offensivo.

LASAGNA 6 – Il sinistro più insidioso nello specchio, un prezioso salvataggio nella propria area. Unico tocco nei sedici metri della partita..

GOTTI 6 – Partita non brillante, ma l’Udinese è sempre compatta anche quando soffre un po’.

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