Dopo la notizia del pubblico all’Europeo, si torna a parlare di tifosi negli stadi. La Gazzetta dello sport dedica un focus a questa possibilità e spiega: “La ripartenza dell’Europeo può trovare diversi apripista. È il filo conduttore della giornata. In termini calcistici, la scena non si limita più all’Olimpico di Roma e alle sue quattro partite in programma l’11, il 16 e il 20 giugno, e il 3 luglio (il quarto di finale), ma comprende anche gli ultimi due turni di campionato e la finale di Coppa Italia. La finestra si è aperta ieri, durante i 55 minuti dell’incontro fra Valentina Vezzali e Gabriele Gravina. Non si è parlato di numeri e chiariamo subito che saremo lontanissimi dai 16mila previsti all’Olimpico, il famoso 25 per cento che ci ha fatto superare l’esame Uefa. Ma c’è un’apertura, un varco in qualche modo certificato, che ha fatto dire al presidente della Federcalcio all’uscita dal colloquio con la sottosegretaria allo Sport: «Le decisioni spettano al Governo, ci sono buone possibilità anche prima dell’Europeo. La finale di Coppa Italia è una delle ipotesi, insieme ad altri eventi prima di giugno»”.
E’ naturale l’invito alla prudenza, visto che l’emergenza Covid rallenta con grande lentezza. Ma, rispetto ad un anno fa, c’è un alleato in più, il vaccino. Si lavora, quindi, con prudenza, alla riapertura parziale degli stadi. Una novità che non potrà verificarsi ad aprile, ma per il 10/15 maggio sì. Potrebbe essere consentito l’accesso a mille spettatori, come accaduto a settembre/ottobre: “Il valore di queste riaperture sarebbe poco più che simbolico, ma per i club significherebbe per esempio offrire anche a sponsor e partner commerciali la possibilità di ritrovare il contatto con lo stadio e la squadra dopo tanti mesi di pallone a rimbalzare nel vuoto…I meccanismi degli ingressi del pubblico, comunque, difficilmente potranno prescindere dalla triade che ispirerà anche la riapertura per l’Europeo e su cui si sta lavorando a spron battuto: vaccinati, persone che hanno già avuto il Covid, spettatori che avranno effettuato a ridosso dell’evento un tampone rapido con esito negativo. Insomma, si lavora «giorno e notte», parole della Vezzali, per una riapertura in sicurezza, il contrario di un pericoloso «liberi tutti»”.