Il calcio vuole ripartire, ma non ci sono ancora certezze. Gli allenamenti individuali potrebbero riprendere il 4 maggio ma, scrive la Gazzetta dello sport, per poter ripartire con il campionato il 10 giugno (e giocare due partite alla settiana) gli allenamenti in gruppo dovrebbero essere permessi da metà maggio.
Intanto, scrive la rosea, “sono i dubbi dei medici a tenere banco. Non solo con la conclamata differenza di posizioni fra Federazione Medico-Sportiva e Commissione medica della Federcalcio. Ma pure con i medici sociali. Che già la scorsa settimana avevano sottolineato alcune criticità del protocollo della commissione medica Figc, rilanciate ieri dalla pubblicazione su repubblica.it di stralci di quelle osservazioni raccolte fra i 20 responsabili sanitari della serie A.
Ogni medico aveva detto la sua – gli appunti-proposte erano di 17 club su 20 (non avevano formulato rilievi quelli di Juve, Lazio e Genoa) – e il tutto era stato raccolto dall’allora coordinatore (poi dimissionario) Rodolfo Tavana. Che lo aveva condiviso con Paolo Zeppilli, il presidente della commissione Figc. I temi sono noti: la disponibilità di test e tamponi, il comportamento in caso di positività, la difficoltà di costruire il «gruppo chiuso» senza contatti con l’esterno, i chiarimenti sulla responsabilità del medico. Gran parte delle osservazioni – ha poi precisato la Federcalcio – «sono state già recepite dal gruppo di lavoro presieduto dal professor Zeppilli». Che aveva risposto a Tavana a stretto giro per poi tenere in conto le osservazioni nel vertice da Spadafora. Per questo la Federcalcio continua a far filtrare il timore di «strumentalizzazioni».
Anche il Parma e la Roma, e i loro medici, hanno poi chiarito di non aver espresso contrarietà alla ripartenza. Mentre i medici sociali hanno poi rilasciato all’Ansa una dichiarazione collettiva. Parlando di alcune «osservazioni» espresse nei giorni scorsi e «finalizzate esclusivamente alla tutela della salute» , il 19 aprile, prima del vertice con Spadafora. In pratica, dicono i medici, nessuna preclusione sulla ripartenza, anzi il desiderio di voler andare avanti: «Siamo tutti perché il torneo venga concluso. Il problema è quando, perché va fatto in sicurezza»”.
C’è necessità di ripartire e alcune società sono già pronte. La Uefa ha indicato come data di termine dei tornei il 2 giugno. Ma “Al campionato servono 13 caselle del calendario (12 turni da giocare più un’altra data per i quattro recuperi). Con due partite a settimana, bisognerebbe partire entro il 10 giugno, quindi ricominciando gli allenamenti al massimo a metà maggio. A meno di non tornare a ragionare sul cambio di format (che va comunicato all’Uefa entro il 25 maggio), cioè sui playoff. Scenario per il momento accantonato, ma che potrebbe tornare in ballo come ultima spiaggia”.