Nel momento positivo dell’Udinese c’è un altro fattore che fa ben sperare: la capacità di rimonta. Nel girone di ritorno è accaduto contro Parma e Genoa mentre all’andata le difficoltà, ricorda la Gazzetta dello sport, erano state parecchie: “L’Udinese era andata sotto con Spezia, Verona, Roma, Fiorentina e Juventus senza riuscire a cambiare verso al match. Con Milan e Napoli era riuscita una rimonta parziale andando sull’uno pari, ma poi gli avversari hanno allungato ancora. Col Parma in casa invece (finendo addirittura per vincere) e in trasferta a Cagliari e Bologna l’impresa era stata portata a termine ed erano stati recuperati così 5 punti”.
Ed ecco la spiegazione: “Le rimonte, come i punti fatti in generale, non sono frutto del caso, ma di un’identità ben definita dell’Udinese. Quando, un girone fa, i friulani andavano sotto c’era la netta percezione che tra i giocatori ci fosse panico per il fatto che la partita sembrava sfuggire di mano. Ora tutti gli interpreti appaiono più sicuri. Il linguaggio del corpo è evidente e trasmette serenità e convinzione riguardo alla possibilità di sistemare tutto. Ora i ragazzi si sentono rassicurati da una classifica che non preoccupa e da una solidità difensiva che pareva essere perduta. Dopo scelte condizionate dalle indisponibilità, è stato definito lo zoccolo duro a cui ogni allenatore ambisce a inizio anno. In più ci sono una serie di soluzioni offensive che riescono a supplire ai problemi che – a causa di una disponibilità limitata delle punte per infortuni vari – comunque rimangono. È così che l’Udinese ragiona, non considera mai finita una partita”.