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Gazzetta dello sport, Pablo Marì: “Ho girato tanto, ma con l’Udinese la A è il top per me”

Pablo Marì si presenta attraverso l'intervista alla Gazzetta dello sport.
Monica Tosolini

Pablo Marì si presenta attraverso l’intervista alla Gazzetta dello sport. Il difensore valenciano è arrivato a Udine a gennaio dall’Arsenal, uno dei tanti grandi club in cui ha giocato. E’ un giramondo. Lui stesso racconta di essere andato via di casa a 13 anni per giocare nelle giovanili del Maiorca.

Da quando si è preso la maglia da titolare a Udine, capitan Nuytinck è finito in panchina: «Con Bram c’è una sana competizione. E’ un grande professionista e un esempio per il club. Io, quando sono arrivato a gennaio, avevo un’idea chiara e precisa. Ho detto al tecnico e a Gino Pozzo che venivo per giocare. Ma ho capito che il posto dovevo guadagnarmelo giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento. Cioffi è stato il primo che mi ha accolto, bene, qui». Come sembra la Serie A? «E’ il campionato adatto a me. Molto tattico. Cerco di portare l’attaccante verso di me. “Me gusta mucho tenere la pelota” e qui si può fare e poi c’è battaglia e a me la battaglia in campo piace. Vorrei restare in Italia».

Ma il problema è che lei è dell’Arsenal che ha investito otto milioni più bonus acquistandola dal Flamengo dove aveva addirittura vinto la Copa Libertadores. «Io a Udine sto molto bene. E sarei felice di portare il club ancora più in alto in classifica. Chiaro, ho ancora due anni di contratto con l’Arsenal (a cifre non proprio da Udinese… ndr). Ho ripreso a giocare con continuità dopo l’operazione alla caviglia sinistra. Sono stato cinque mesi fuori».

Ha sempre giocato da difensore? «Sempre. Sono mancino. E sempre col 22 che è il numero che caratterizza sentimentalmente la mia vita».

Chi è il più forte difensore in circolazione? «Non c’è dubbio: Van Dijk, un… “animale”».

Quali idoli ha avuto? «Carlos Marchena, uno spagnolo che giocava nel Villarreal. Poi ho ammirato tanto Nesta, ma anche Chiellini e Bonucci e oggi de Ligt».

Dell’Udinese che idea si è fatto? «Che è una squadra competitiva. Lottiamo sempre e giochiamo per vincere. Mi piace e l’Italia è molto simile alla mia Spagna».

Per questo vuole restare in Italia? «”Me gusta mucho”. Ho già visto Porto Cervo in estate e Venezia da quando sono a Udine. Bellissime. E poi in Inghilterra alle cinque chiude tutto».

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