La Gazzetta dello sport fa il punto della situazione in casa Udinese e Francesco Velluzzi non risparmia critiche ai Pozzo, a partire dalla scelta di mandare in ritiro la squadra: “una mossa che per i Pozzo non tramonta mai, senza pensare, magari, alle conseguenze che può avere sui più giovani, principalmente stranieri, che nell’era dei social tendono a isolarsi. Gotti aveva cercato anche pubblicamente di far capire che non sempre questa era la medicina giusta. L’altro rimedio ai mali per i Pozzo continua a essere l’esonero. Dopo la partenza di Francesco Guidolin (maggio 2014) sono stati ingaggiati e mandati via nell’ordine Stramaccioni, Colantuono, De Canio, Iachini, Delneri, Oddo, Tudor, Velazquez, Nicola, ancora Tudor e, quindi Gotti. Nessuno è più riuscito a riportare l’Udinese in Europa, ma nemmeno nella parte sinistra della classifica. Segno che, forse, l’Udinese non ha più allestito squadroni. E la pressione, esercitata sull’ambiente non ha mai aiutato”.
Sulla questione del futuro della panchina: “Fino a sabato c’è Cioffi. Tornerà all’amato 3-5-2, il modulo della casa? Chissà. Il cruccio della proprietà è aver vinto una sola volta nelle ultime 13 gare. Se Cioffi recupera Becao non è certo che rientri Molina. Intanto si parla tanto di due tecnici: Dejan Stankovic, già vice di Stramaccioni, ora alla Stella Rossa Belgrado e in ballo pure per la malandata Samp e Francisco Paco Jemez Martin, 51 anni, spagnolo. Buona esperienza nella Liga, ma fermo dal 2020. Insomma un preciso piano B non c’era. L’unica certezza era licenziare Gotti”.
