Udinese in vetta alla classifica grazie, in buona parte, a Kosta Runjaic. La Gazzetta dello sport presenta il nuovo allenatore dell’Udinese, colui che “ha dato un’anima, identità, compattezza, più pos- sesso palla, più qualità, più catti- veria a una squadra che lo scorso anno, prima del rush finale, sem- brava persa, deconcentrata, tanto da subire spesso gol nei finali e nei recuperi”.
E racconta come vive: “Disciplina, mentalità aperta, dialogo e attenzione maniacale nei dettagli, confronto continuo con l’uomo che fa da collante, Gokhan Inler, che di lingue ne parla parecchie e che da subito ha interpretato il ruolo con lo spirito di chi vuole costruirsi il futuro con intelligenza. Runjaic che si presenta sempre in t-shirt girocollo e pantalone morbido, non ha il phisique du role, ma lavora sapendo di giocarsi l’occasione della vita. Se l’allenamento è al mattino, spesso, alle 7.30, massimo 8 è allo stadio. Ci resta a lungo. Poi torna a casa, a due passi da piazza XX Settembre, nel cuore di una Udine che lo rispetta e ne ammira il garbo e l’educazione…L’Udinese ha messo Runjaic nelle condizioni di interagire al meglio nella comunicazione: ha allestito in sala stampa una cabina dove operano i traduttori. Perché la «conferenza del mister» è in tedesco, mentre a caldo con le tv si esprime in inglese. Garbato, ma molto attento, particolarmente esigente e con poche divagazioni sul privato, Runjaic programma tutto. Ha scelto il venerdì per parlare prima del turno di campionato.”
La tattica. E’ ripartito dal 3-4-2-1 di Cannavaro. “Cosa è cambiato? Innanzitutto, la fortuna, per ora, è dalla parte dei bianconeri. Che, però, pressano con ferocia e, se perdono palla, vanno all’immediata riconquista. Karlstrom, che Runjaic conosce perché era in Polonia al Lech, non è Walace fisicamente, ma dà compattezza, equilibrio e gioca bene la palla. Ehizibue sembra un altro: prima sapeva solo coprire a destra, ora fa tutta la fascia crossando con precisione e inserendosi di più. Il centrocampo è più folto, ma soprattutto aggressivo, con Lovric, Payero e il «finisseur» Ekkelenkamp che è più votato al calcio offensivo, ma può stare bene anche in mezzo. Runjaic ha dato la patente di genio a Florian Thauvin e ha motivato a dovere il folletto brasiliano Brenner che prima sembrava un corpo estraneo (addirittura in primavera se n’era andato in Brasile) ora si comincia a capire perché sia costato alcuni milioni. Lucca è la torre finalizzatrice e quando va in riserva c’è bomber Davis. Ma ciò che colpisce è la compattezza della squadra con Bijol regista di una difesa fisica e attenta. Aver tenuto lui è il vero grande acquisto, oltre ad aver dato libero sfogo alla classe di Thauvin che ora si ammira. Gli altri nuovi si stanno adattando. E il Friuli si esalta”.
Gazzetta dello sport: metodo Runjaic
Il tecnico tedesco ancora non parla italiano e ha un interprete per le conferenze Nel suo 3-4-2-1 Karlstrom fondamentale, Ehizibue
e Brenner sono rigenerati
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