Nella Juve del domani c’è l’incognita Rolando Mandragora. La Gazzetta dello sport ricorda che il centrocampista napoletano è il giocatore che, dopo Acerbi e alla pari di Chiesa, ha totalizzato più presenze negli ultimi tre anni; ed è anche quello più sottovalutato nel mercato della Juventus del 2020.
La Juventus ha ceduto Mandragora all’Udinese nell’estate del 2018 con una formula particolare, che la rosea ricorda: “l’Udinese ha pagato 20 milioni, riservando alla Juve un diritto di riscatto da 26 milioni, da esercitare alla fine di questa stagione sportiva. Questo è il tempo delle decisioni e tra i due club c’è un accordo di massima: la Juve eserciterà quel riscatto, a meno che… ci sia un nuovo colpo di scena. L’Udinese può chiedere di avere Mandragora per un altro anno? Sulla carta possibile, nella realtà non probabile: a Udine si stanno già guardando intorno per cercare un sostituto. Può inserirsi una terza squadra con un’offerta? Questo sì, è più probabile. Ecco perché Mandragora, per ragioni soprattutto di bilancio, per la Juve è più importante di quanto sembri”.
In questi giorni si è parlato molto dell’interesse della Roma, ma su di lui ci sarebbe anche il Milan. Difficile che rimanga a Torino, secondo la Gazzetta: “Da un lato Mandragora sarebbe un giovane italiano, categoria a cui la Juve tiene da sempre, dall’altra non ha mai giocato al livello di una squadra top in Europa. Un pronostico? Lo vedremo altrove, per una volta… non in bianconero. In questo ragionamento, non va dimenticato il mosaico complesso del centrocampo juventino. Oltre a Mandragora ci sono il grande dubbio Pjanic e un gruppo di giocatori che in gran parte sembra destinato a rimanere per un altro campionato: Khedira, Ramsey, Matuidi, Rabiot, Bentancur, in un certo senso Bernardeschi, altro italiano per cui non è semplice indovinare il futuro. Può restare o lasciare la Juve, diventare una mezzala o restare un esterno. Tutte le risposte, rimandate all’estate di mercato più lunga di sempre”.
