Dopo l’esperienza in Olanda, che comunque lo ha fatto crescere, Lorenzo Lucca vive l’Udinese come la sua grande occasione. Alla Gazzetta dello sport ha raccontato che “Ibra, il mio idolo, ha smesso. Peccato, avrei voluto scambiar la maglia e fare due chiacchiere con lui. Ma giocherò in A con l’Udinese che mi ha fortemente voluto come mi ha detto anche l’allenatore Sottil”». Lorenzo Lucca, 23 anni, 201 centimetri, numero di scarpe 47, centravanti che ama la tecnica, è tornato dall’esperienza all’Ajax dove era approdato come «un cervello in fuga» dopo il boom mediatico tra Palermo e Pisa.. «Quella troppa attenzione un po’ l’ho subita. “. Guardando indietro, ricorda che “Col Pisa nella gara contro il Pordenone il ct Roberto Mancini venne a vedermi. Dopo un grande inizio a Pisa (6 gol) ho avuto nuovamente fastidi al menisco, ho giocato con le infiltrazioni. Per due mesi ho sofferto. E mi sono fermato”.
Dell’esperienza in Olanda, si porta dietro “Tanto. Ci sono 15 campi. L’Ajax è una scuola calcio per grandi. Lavori per migliorarti: stop e controllo, muro, tutto. Sono migliorato dal punto di vista della concentrazione. La società ti dà tutto, anche la Mercedes. Le maglie, però no. Non tante. Ne ho comprate 100. L’impatto ambientale non è semplice, i ritiri pregara non esistono. C’è più elasticità. Ma gli olandesi parlano solo tra di loro nella propria lingua. Io ho legato con Rulli, Ocampos, Alvarez. Stavo con loro. Li sento ancora. Sì è vero, a un certo punto sono finito nella seconda squadra, penso che quando c’è stato il cambio di allenatore siano stati preferiti gli olandesi. Perché quando sono stato chiamato in causa ho risposto e bene: Gol e assist. Parlavo con Huntelaar (dirigente lì) e mi diceva di stare sereno”.
E ora l’Udinese: “E’ la mia grande occasione. Non vedo l’ora. la A è un sogno che hai da bambino. Credo di aver preso la decisione giusta. Posso crescere tanto. Il colpo di testa è il mio pezzo forte”.