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Gazzetta dello sport: Il cambio è oro

"Il calcio che riparte, ha individuato l'antivirus: è il turn over", scrive la Gazzetta dello sport.
Monica Tosolini

“Il calcio che riparte, ha individuato l’antivirus: è il turn over”, scrive la Gazzetta dello sport. La rosea oggi propone un focus sulla situazione delle panchine delle squadre di A: un fattore fondamentale nel mese e mezzo che sta per partire.

“La rotazione dei giocatori sarà fondamentale per combattere la stanchezza, prevenire gli infortuni e tenere alto il livello del gioco. Il turnover può essere strutturale (cambiando un discreto numero di titolari da una partita all’altra) o contingente (mantenendo una formazione standard ma affidandosi alle cinque sostituzioni possibili effettuandole relativamente presto nel corso della partita)”.

Le grandi sfrutteranno il più possibile la nuova norma dei 5 cambi e questa opzione sarà preziosa in particolare per le squadre che fanno della fisicità e dell’aggressività il loro tratto distintivo. Il fisiologico calo di cui spesso queste formazioni soffrono negli ultimi venti minuti potrebbe essere evitato o contenuto, con effetti positivi anche sui risultati.

In generale, scrive la Gazzetta, “Con i cinque cambi è ipotizzabile che verso il 70’-75’ ci saranno in campo due squadre profondamente diverse da quelle di partenza, pronte a sfidarsi in una mini-partita. In questo campionato 71 incontri hanno modificato il loro esito dopo il 70’ e addirittura 41 si sono decise dopo l’85’. Ci sono squadre che nell’ultima parte di gara hanno migliorato tantissimo la classifica (Lazio, Juve, Parma, Bologna, Samp) e altre che invece l’hanno peggiorata (Napoli, Sassuolo, Fiorentina, Brescia). Magari incideranno anche i possibili rientri di giocatori attualmente infortunati: Zaniolo, che potrebbe essere un innesto preziosissimo per la Roma; Demiral e Manolas, che sarebbero utili a Sarri e Gattuso; Ibrahimovic, che darà una grande mano a Pioli; Lulic, che porterà esperienza regalando un’opzione in più a Inzaghi”.

E l’Udinese? Finora è tra le squadre che si sono affidate meno ai panchinari. Sono 1321 i minuti giocati da chi è subentrato. Di meno è accaduto solo all’Inter, dove le seconde linee sono state impiegate per 1274 minuti. Solo 2 le reti segnate dai subentrati e tra i giocatori entrati più volte a gara in corso, due (Pussetto e Barak) sono stati ceduti.

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