Keinan Davis è l’eroe di Udine da quando ha segnato il gol che è valso la salvezza a Frosinone all’ultima giornata di campionato. L’attaccante inglese sorride al riguardo e si racconta alla Gazzetta dello sport, a cui spiega il suo legame con Stevenage, la città in cui è nato, in cui vive la sua famiglia e in cui un anno fa è nata la figlioletta Sehreya. Udine gli ricorda molto questa cittadina a 30 km da Londra: ci sta bene, vive in centro e può stare tranquillo. Davanti alla porta di casa, dopo il gol della vittoria a Frosinone, ha trovato bigliettini di ringraziamento, omaggi, foto. E’ stato bellissimo, dice, sentire l’amore della gente. Ma, assicura, non ha bevuto per festeggiare, è astemio.
Parlando di calcio, dice che “mi piace giocare con Lucca, è forte: lui spizza di testa, io attacco la profondità”.
Di Thauvin, “è creativo, ha una qualità tecnica impressionante, mette gli attaccanti nelle condizioni di fare gol. Sanchez? Un top player, un onore dividere lo spogliatoio con lui, ex Arsenal la mia squadra del cuore”.
Tanta gratitudine verso Gino Pozzo che ha creduto in lui e lo ha portato a Udine. Non gli manca la Premier, preferisce la serie A. Anche se ammette che “il primo anno è stato mentalmente difficile, tanti mesi fuori. Ora sto bene, davvero”.
Capitolo allenatori: “Cannavaro good coach, è stato bravo quando è stato con noi. Runjaic è molto organizzato, propone un calcio offensivo, dà un messaggio chiaro e univoco, chiede aggressività. Lo spogliatoio, che è buono lo segue. E parla inglese, per noi questo è molto importante”. L’Europa solo un sogno o si può fare? “Yes, we can. Tutto è possibile, ma non dobbiamo pensarci”.
Gazzetta dello sport, Davis: “A Udine mi sento a casa. Europa? Possiamo arrivarci”
L'attaccante inglese: "Il gol salvezza di Frosinone mi ha fatto sentire tutto l'amore di questa gente"
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