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Gazzetta dello sport: Auguri GALINHO

Oggi Zico compie 70 anni. Un compleanno speciale, che festeggerà assieme a 300 amici, tra i quali gli amici di Orsaria arrivati appositamente da Udine, in una serata organizzata dal Flamengo.
Monica Tosolini

Oggi Zico compie 70 anni. Un compleanno speciale, che festeggerà assieme a 300 amici, tra i quali gli amici di Orsaria arrivati appositamente da Udine, in una serata organizzata dal Flamengo. Alessandro Scarbolo ha con sè lo striscione “UDINE e o Friuli honram seu rei. Parabens ZICO», ovvero «Udine e il Friuli rendono onore al suo re. Complimenti Zico».

Ad Alberto Cerruti, per la Gazzetta dello sport, il Galinho ha parlato di sè e di calcio a 360 gradi, partendo proprio dal grande amore che è riuscito ad alimentare attorno alla sua persona: 

«Mi fa piacere. Sono un uomo fortunato e ringrazio Dio perché non capita a tutti di vivere felice da 52 anni con la stessa donna come è capitato a me con Sandra, una moglie stupenda con cui abbiamo creato una grande famiglia con tre figli e nove nipoti. Con i fratelli e gli altri parenti siamo più di venti e possiamo fare due squadre per giocare a calcetto. E poi ci sono gli amici nei tre Paesi in cui ho giocato, Brasile, Italia e Giappone, che non finirò mai di ringraziare per l’affetto che continuano a dimostrarmi».

Quali sono i ricordi più belli di questi 70 anni? «I primi sono legati al mio Flamengo, che una volta era conosciuto solo a Rio e nel tempo è diventato famoso anche fuori dal Brasile. Poi i ricordi in Nazionale, i due anni indimenticabili a Udine e infine l’esperienza in Giappone, che ho conosciuto quando non aveva tradizione calcistica e oggi invece è una realtà rispettata in tutto il mondo».

Le è rimasto qualche rimpianto? «Soltanto uno: non avere partecipato alle Olimpiadi del 1972. Avevo segnato il gol della vittoria contro l’Argentina nella gara di qualificazione e meritavo di essere convocato». Pensavamo che il rimpianto più grosso fosse la sconfitta contro l’Italia al Mondiale 1982… «Quel giorno avete meritato di vincere voi, perché la Nazionale di Bearzot era una grande squadra con grandi campioni. Nel calcio si vince e si perde e bisogna accettare i risultati, anche se a volte non rispecchiano i valori assoluti. Malgrado quella eliminazione, infatti, il Brasile del 1982 è ancora considerato uno dei più forti della nostra storia. Nel calcio succede, perché nemmeno l’Italia vinse il Mondiale nel 1978, quello in Argentina, anche se aveva una grandissima squadra».

Con Causio ha fatto sognare tutto il Friuli. Oggi come le sembra l’Udinese? «Era partita bene con sei vittorie consecutive. Poi ha rallentato, ma è nella parte sinistra della classifica e non deve rassegnarsi perché può ancora puntare a un posto per l’Europa. E se ce la fa torno a festeggiare anch’io».

Intanto già si parla dei festeggiamenti per lo scudetto del Napoli: è sorpreso anche lei? «Nel calcio di oggi non esiste più la parola “sorpresa”. Se il Napoli diverte in Italia e in Europa, il merito è di Spalletti che ha sempre fatto giocare bene le sue squadre con una mentalità vincente, fin dai tempi in cui portò l’Udinese in Champions. Per questo preferisco vedere il Napoli, piuttosto che altre squadre».

Che regalo vorrebbe per oggi? «La salute e non soltanto oggi, per me e per chi mi vuole bene anche in Italia, dove spero di tornare presto perché da voi mi sono sempre sentito come a casa».

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