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Gazzetta dello sport: Atalanta e Udinese, belle e vincenti

Bergamo e Udine, due province che sbirciano l'Europa.
Monica Tosolini

Bergamo e Udine, due province che sbirciano l’Europa. La Gazzetta dello sport parla di Atalanta e Udinese, due belle realtà che sono ai vertici della classifica di serie A. L’Atalanta grazie anche alla miglior difesa (3 reti subite), l’Udinese con il miglior attacco (15 golfatti). La rosea vede anche “atteggiamenti, progetti e idee che combaciano. La filosofia che in estate ha guidato la costruzione delle squadre, anzitutto: una sostanziale conferma del gruppo precedente, l’aggiunta di tasselli fondamentali (soprattutto Ederson e Hojlund, Bijol e Lovric), dunque due rose che appaiono lunghe e molto assortite per una stagione senza impegni europei. E che danno ai tecnici facoltà di cambiare anche molto e di studiare varie soluzioni. Così Gasperini sta facendo comunque turnover, ma per scelta e non per necessità come negli anni precedenti, e Sottil contabilizza un terzo del fatturato offensivo garantito da giocatori entrati dalla panchina”. Le squadre hanno attese diverse: “Atalanta e Udinese giocano entrambe con la difesa a tre, che è dogma (non più irrinunciabile) per Gasperini e non lo era per Sottil, però da centrocampo in su cambiano le linee e le caratteristiche degli interpreti. La scelta comune, e per la Dea è una novità, è non avere a tutti i costi in mano il governo della partita, anzi: l’Atalanta è quint’ultima, e l’Udinese addirittura terz’ultima, per possesso palla dopo sette turni. Ma sono due attese diverse: l’Udinese che un tempo giocava molto in ripartenza oggi osa di più, cerca campo,impone il suo ritmo; l’Atalanta, perlomeno in questa sua prima versione stagionale, sembra il suo contrario: sta più bassa, più coperta, prima che ad occupare spazi pensa a non lasciarne liberi e fa male di rimessa almeno quanto se ne faceva fare in passato, perlomeno l’anno scorso. L’Udinese ricorda molto l’Atalanta del decollo europeo: a vederla giocare con quella feroce spensieratezza si direbbe che prometta di essere la “nuova Atalanta”.  La suggestione nasce dal fatto che risulta essere avversaria anche molto fisica, e questo la Dea lo è ancora, ma soprattutto è piena di energie, veloce, quando spinge sull’acceleratore toglie il fiato, avvolge, finisce per stritolare. E’ quanto chiede il calcio di oggi ed è quanto aveva chiesto Gasperini a inizio mercato: un’Atalanta anche ringiovanita, più fresca, più vigorosa. Non per caso ha accolto volentieri Soppy, che era il potenziale alter ego (sull’altra fascia) di Udogie, pescato a suo tempo dall’Udinese cercando certe caratteristiche su cui il club ha fondato il nuovo corso. Che però vive anche di fondamenta centrali, ovvero nel cuore del campo: Walace è il giocatore forse oggi più irrinunciabile per Sottil, non a caso ha saltato appena 37’, così come De Roon e Koopmeiners sono praticamente intoccabili per Gasp, gli unici nerazzurri ad aver giocato 540’ su 540’”.

Per entrambe, l’Europa non è una chimera: “In un campionato così anomalo, dove giocare solo una volta alla settimana può diventare un ulteriore vantaggio soprattutto per chi punta forte sulla freschezza, escluderlo sarebbe un errore di sottovalutazione. Anche perché la sensazione c’è: Atalanta (soprattutto) e Udinese possono crescere ancora”.

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