“Tuffarmi da un palo all’altro resta il massimo dell’adrenalina, come respingere i colpi di testa e i tiri ravvicinati”. Si presentà così Juan Musso al Corriere dello sport che lo ha intervistato oggi.
Racconta di aver iniziato tardi a giocare a calcio, a 9 anni: prima praticava soltanto il basket. Per caso ha dirottato sul calcio e da allora ha potuto approfittare dei consigli del papà, che era stato un ottimo numero 1 tra i Dilettanti dell’Argentina. I suoi idoli erano Buffon, Casillas e Franco Costanzo, ex portiere del River Plate. Ora giudica Neuer, Oblak e Ter Stegen i migliori.
Per quanto lo riguarda, la parata più difficile che ricorda è “quella su Lautaro contro l’Inter. Una soddisfazione enorme, come se avessi segnato un gol. Sono riuscito a leggere in anticipo la sua giocata ed è andata bene”.
Sul suo futuro, dice: “Sono molto felice a Udine, al prossimo mercato non ci penso. Intanto mi fa piacere aver ritrovato Pereyra qui: è il compagno che mi ha stupito di più. Non a caso ha giocato nella Juventus ed è arrivato in finale di Champions, come anche Llorente”.
Degli attaccanti avversari, quelli che soffre maggiormente sono Quagliarella e Dybala, che lo sorprendono sempre. Ma anche Ibra, che all’improvviso ti tira fuori il colpo giusto. Sfidare CR7 o Lukaku è invece un grande stimolo.
Rivela che il segreto per motivarsi è “la meditazione, almeno mezz’ora al giorno. L’ho conosciuta 5 anni fa grazie a un professore di yoga, mi aiuta molto”.
Dell’Udinese dice: “Siamo un bel gruppo, la società è superorganizzata e Gotti è un allenatore molto preparato: prima di ogni partita ci trasmette tante informazioni utili sugli avversari”.