Partendo dall’attualità che lo riguarda, la sua esperienza di allenatore dell’Under17 allo Spezia, Totò Di Natale ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello sport. Diversi i temi trattati: la sua scelta di rimanere allo Spezia dopo l’addio di Marino (che lo aveva portato lì), altre scelte di vita (è nuovamente tornato sul ‘no’ alla Juventus), gli allenatori (Silvio Baldini è in assoluto il suo preferito), gli attaccanti, il calcio oggi e il suo futuro.
La sua prima avventura di primo allenatore di una squadra (l’Under17 dello Spezia) lo stimola molto e gli sta dando grandi soddisfazioni e consapevolezze.
Impossibile non ricordare però Udine, la sua storia in Friuli. Il no alla Juve:”Se avessi accettato di andare là, la mia vita sarebbe cambiata. Ma ti domando: in meglio o in peggio? Io sono contento della scelta fatta..Ho fatto la storia dell’Udinese, ero il capitano, la gente mi ha adorato. Ecco, magari invece di 209 gol ne avrei potuti segnare 300, ma la felicità non la consideri? Giocare felici è il primo concetto che cerco di trasmettere ai miei ragazzi, a cui dico che all’allenamento si arriva con il sorriso, poi una volta che siamo in campo bisogna fare di tutto e di più per vincere le partite”.
Nonostante abbia fatto la storia dell’Udinese, ora è allo Spezia: “Sono felice di esserci e ringrazierò tutta la vita il direttore Angelozzi che mi ha dato questa possibilità. Te l’ho detto: Udine e l’Udinese ce l’ho nel cuore, la famiglia Pozzo è la mia seconda famiglia, ma quando uno è stato per tanti anni nella stessa squadra e nella stessa società, finisce per diventare ingombrante”.
E suscitare magari invidie e gelosie, togliendo la luce agli altri: “Dai, torniamo a parlare di attaccanti, che è meglio”. Totò preferisce chiuderla lì..
Poi, sulla ripartenza del campionato: “E’ quello che tutti vogliamo, anche se sarà fondamentale ricominciare in sicurezza”.
