Intervistato da ‘Il Terzo Uomo‘, mister Gabriele Cioffi, esonerato il 20 aprile dall’Udinese dopo aver preso il posto di Andrea Sottil, ha parlato della sua idea di calcio nelle varie fasi. Partendo da quella che, da ex difensore, meglio conosce, quella del reparto arretrato: “Nella fase difensiva, determinare una linea di aggressione che, in base alle caratteristiche dei giocatori, e della squadra, può essere medio, medio alta. Nella fase di possesso, la ricerca dello spazio il più velocemente possibile, che non vuol dire dare pallonate stile Championship anni ’80, ma sfruttare lo spazio fra le linee o in profondità, in base ai giocatori che hai e a cosa sanno fare insieme“.
Sul rapporto con i giocatori da questo punto di vista, anche a livello umano, spiega che “Cerco di conoscerli tanto, per il possibile indagare anche sul loro background familiare, capirli come ragazzi, capire cosa hanno dentro, capire i loro sogni perchè credo che uno dei compiti dell’allenatore sia far esprimere al meglio i giocatori e per farlo devi conoscerli come persona. Recentemente un giocatore che ho allenato è stato trasferito in un club più importante mi ha ringraziato, ma io gli ho detto che era già tutto dentro di lui“.
Un bagaglio di esperienza internazionale il suo: “Imparare ad allenare la diversità, non solo culturale, ma di approccio del calcio, torna utile. E’ una cosa che mi ha arricchito“.
L’Udinese e alcuni singoli. Thauvin, uomo chiave nella sua Udinese: “Mi disse ‘io non gioco con i soldi, ma per la passione , per dimostrare che sono il migliore’. Io lo vedevo un po’ arrugginito all’inizio, lui ha dimostrato umiltà, quella che hanno pochi campioni, lavorando sodo, aspettando il suo momento, segnando quando veniva chiamato in causa. Ragazzo rispettoso, ho un ottimo rapporto con lui, sono felice di aver trovato una persona come lui nel percorso della mia vita. Assieme abbiamo trascorso momenti difficili, ma anche belli, perchè anche grazie ai suoi gol abbiamo raggiunto vittorie storiche. E’ un giocatore top. L’ultimo assist che ha fatto a Lucca, quello è calcio: in mezzo a tre uomini dà la palla d’esterno.. è calcio“.
La scelta di dare fiducia ad Okoye, “E’ stata una scelta difficile perchè ho grande stima di Silvestri, lo reputo un ottimo portiere, un portiere che dà sicurezza, che fa reparto. Un valore aggiunto. Veniva da delle prestazioni non al suo livello, per me è stata una scelta d’istinto. Poi ho avuto la fortuna che Okoye facesse bene, si tenesse stretto il ruolo da titolare“.
L’uso di dati e statistiche per analizzare la situazione nel calcio di oggi “E’ un valore aggiunto. Comunque l’occhio e le sensazioni dell’allenatore devono prevalere. L’istinto dell’allenatore credo sia ineguagliabile“.
Lucca oggi su quale aspetto deve migliorare? “Sa che può giocare meglio e far giocare meglio la squadra, se ne sta rendendo conto. Lo sta facendo. Ma la convinzione, la consapevolezza di poter essere determinante nello sviluppo e nella fluidità del gioco è la cosa che gli può far fare il salto come potenziale a tutto“.
Cioffi: “Thauvin, l’umiltà del campione”
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