Il Milan evita la sconfitta al 96’, ma non la brutta figura contro l’Udinese e soprattutto la brusca frenata in classifica. Il rigore dell’1-1 trasformato dall’ottimo Kessie serve soltanto a limitare i danni, perché se l’Inter vincerà a Parma volerà a più 6 e non a più 7. I veri rischi, però, arrivano dalle inseguitrici perché dopo la Juventus hanno vinto anche la Roma e l’Atalanta. E come se non bastassero i risultati delle concorrenti per inseguire un posto in Champions, il Milan deve pensare soprattutto alla sua grave ricaduta dopo la bella prestazione sul campo della Roma. Troppo lenta, imprecisa, e anche nervosa, la squadra di Pioli può recriminare fino a un certo punto sull’assenza di Ibrahimovic, perché le preoccupazioni arrivano anche per la prova di chi c’era. Donnarumma, spesso decisivo, stavolta regala il gol del vantaggio, comunque meritato, all’Udinese, ma oltre a lui deludono quasi tutti i suoi compagni: da Hernandez, disastroso in fase difensiva, a Romagnoli bravissimo quando salva un gol sulla linea, ma ancora impreciso e ammonito, da Leao a Rebic impalpabili in attacco. E così, alla fine, è l’Udinese e non il Milan a coltivare i rimpianti per la mancata vittoria.
UDINESE CHIUSA – Il turnover di Pioli, infatti, non offre i frutti sperati, perché non basta la freschezza di Kalulu sulla destra al posto di Calabria, il rilancio di Diaz al posto di Calhanoglu e soprattutto il nuovo tentativo di schierare Leao al centro dell’attacco, per rivedere il bel Milan di domenica scorsa contro la Roma. E’ vero che allora Ibrahimovic giocava mentre stavolta è a bordo campo a osservare i compagni, ma per la verità al di là della sua presenza tutta la squadra aveva aggredito gli avversari con altro spirito. Contro l’Udinese, invece, i rossoneri attaccano ma senza la consueta velocità favorendo l’atteggiamento dei friulani, che si preoccupano soprattutto di chiudere li spazi nella propria metà campo. E così bisogna attendere 19’ per vedere il primo tiro in porta del Milan, grazie a uno spunto di Diaz che si gira bene ma non riesce ad angolare abbastanza la conclusione.
LAMPO CASTILLEJO – Tra le novità presentate da Pioli c’è anche il ritorno di Romagnoli in coppia con Kjaer. L’ottimo Tomori va di nuovo in panchina, ma nel primo tempo la sua assenza non si nota perché l’Udinese non si avvicina mai a Donnarumma. L’unico che prova a scuotere la squadra è il capitano De Paul, ma la sua classe non basta perché i compagni non lo seguono e così Nestorovski rimane troppo isolato in attacco, come vertice di un 5-3-1-1 in cui la base difensiva fa valere tutta la sua solidità. Contro squadre così chiuse è facile rimpiangere Ibrahimovic che sicuramente non si diverte a osservare i compagni in difficoltà, perché mai come stavolta gli esterni faticano a prendere campo, a destra con Kalulu e Castillejo e ancora di più a sinistra con Hernandez e Rebic, che si fanno notare soltanto per due brutti interventi da “giallo rinforzato” su Becao e Molina. In questo deserto di idee e di emozioni, l’acuto di Castillejo è la classica eccezione che però non spaventa Musso, bravo a respingere di piede.
SALVATAGGIO ROMAGNOLI – Meitè, al posto dell’acciaccato Tonali, è la prima forzata mossa di Pioli dopo l’intervallo. Ma prima ancora di capire che cosa può cambiare nel centrocampo rossonero, l’Udinese va vicinissima al gol, grazie a un regalo di Hernandez che fa uno sciagurato passaggio indietro, secondo la assurda moda del momento, raccolto da Pereyra pronto a smarcare Nestorovski libero di battere a rete. Proprio sulla linea di porta, però, Romagnoli riesce a salvare in acrobazia, facendosi perdonare i recenti peccati. Lo spavento scuote il Milan, improvvisamente pericoloso con Meitè e ancora di più con Kessie che esaltano riflessi di Musso. BEFFA BECAO – Visto che l’Udinese sta soffrendo, Gotti inserisce un attaccante in più, Llorente al posto di Makengo, per sfruttare meglio le ripartenze. Anche Pioli cerca alternative per sfruttare i nuovi spazi, rilanciando Calabria che rileva il deludente Kalulu e soprattutto Hauge al posto del discontinuo Diaz. Tutto inutile, però, perché al secondo tentativo l’Udinese va in vantaggio con Becao, che evidentemente ce l’ha con il Milan, perché in precedenza aveva segnato soltanto contro i rossoneri, all’esordio del campionato scorso, quando la squadra di Giampaolo fu sconfitta 1-0. Il difensore brasiliano è bravo a sfruttare due errori: il primo di Romagnoli, che non riesce a contrastarlo di testa, e il secondo ancora più grave di Donnarumma, incapace di trattenere il pallone che gli rimbalza davanti ai piedi.
GRAZIE KESSIE – Mancano più di 20’ alla fine e il Milan si getta disperatamente all’assalto della porta di Musso, che però non deve compiere miracoli per salvare l’1-0. Sembra fatta, ma all’ultimo dei 5’ di recupero su un cross di Rebic, Stryger Larsen salta col braccio alzato colpendo nettamente il pallone con la mano. Rigore regalato che Kessie trasforma con la consueta freddezza. Per la cronaca è il sedicesimo, ma indiscutibile, rigore a favore del Milan, l’ottavo trasformato da Kessie che evita la sconfitta, ma non la frenata dei rossoneri.