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Vanoli: Bisogna venirne fuori e ripartire

Rodolfo Vanoli, in Friuli conosciuto come ex calciatore dell'Udinese ed ex mister della squadra Primavera bianconera, è anche uno dei tre allenatori che in Slovenia ha conquistato tutti i tre trofei nazionali.
Monica Tosolini

Rodolfo Vanoli, in Friuli conosciuto come ex calciatore dell’Udinese ed ex mister della squadra Primavera bianconera, è anche uno dei tre allenatori che in Slovenia ha conquistato tutti i tre trofei nazionali. Il giornalista sportivo Arden Stancich, che lo ha intervistato per ‘La Voce del Popolo‘ di Fiume ricorda i successi ottenuti appena più in là del confine italiano: con il Koper nel 2015 ha vinto Coppa e Supercoppa e con l’Olimpija nel 2017 il campionato che a Lubiana mancava da 21 anni. Ora, durante lo stop mondiale per la pandemia, Vanoli si trova proprio in Slovenia, dove si era recato per valutare alcune offerte di società di Prima Lega. 

In questo periodo, ha avuto modo di fare delle considerazioni a 360°, pensieri sul momento attuale, la vita, la politica e ovviamente il mondo del pallone, che sono stati fedelmente riportati da Boscolo. Eccone alcuni.

Del Covid che sta bloccando il mondo, innanzitutto: “Quella che ci ha colpito e’ una pandemia senza precedenti. Si parlera’ per decenni del Covid-19 anche per le morti che ha portato, senza guardare in faccia nessuno. Non posso essere d’accordo con i politici che parlano e guardano il mondo del calcio solo dal punto delle cose negative. Gli stipendi, i tagli degli stipendi… loro dovrebbero pensare a costruire e non a distruggere quello di bello e di positivo che c’è in Italia, in Slovenia o in qualsiasi altro Paese del Mondo. Il calcio va salvaguardato“.

In quanto sta accadendo, Vanoli coglie un insegnamento: “Penso che tutto questo non sia arrivato per caso. La natura ci ha dato mille segnali, segnali negativi e molto contrastanti. L’uomo cosa ha fatto? Non ha mai reagito, ha ascoltato ma non ha fatto niente. Tutto questo nostro egoismo ha portato questa pandemia. Dobbiamo essere consci che non dobbiamo essere individualisti. Quando finirà questo, e mi auguro presto, non dobbiamo dimenticarci di quello che abbiamo passato e non dobbiamo dimenticarci di tutti i nostri anziani che abbiamo perso“.

Tornando al calcio, l’Europa preme per la ripresa, affinchè vengano portati a termine i vari campionati: “La cosa primaria oggi non è tanto il fatto della preparazione, il fatto di ricominciare al più presto o quant’altro, bensì venirne fuori. Si ripartirà, ne sono convinto, ovviamente non al TOP, saremo al 70-80%, però, ripeto la cosa primaria è venire fuori da questa situazione anche a tutela dei tifosi non soltanto degli atleti. Fondamentale è ripartire. Io ho grande rispetto del presidente dell’UEFA Aleksander Čeferin, non solo sotto il profilo manageriale ma anche sotto il profilo dell’uomo. Basti vedere cosa ha fatto per la Slovenia durante questa pandemia, quando è riuscito a far arrivare dalla Cina un contingente di centinaia di migliaia di mascherine. Lui e Gianni Infantino stanno facendo un bellissimo lavoro ed è giusto che insistano affinchè i campionati si concludano ad estate inoltrata come per dire ‘ce l’abbiamo fatta’. Una fine deve esserci per un grande inizio, per una ripartenza che faccia ritrovare la spensieratezza alla gente“.

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