Marcio Amoroso è stato ospite di Sky e, nel collegamento video con l’emittente, ha ricordato il suo arrivo in Italia e aneddoti legati all’Udinese. E’ stato l’ultimo brasiliano ad aver vinto il titolo di capocannoniere nel 98/98: “Mi fa molto piacere. E’ stato molto difficile vincere quel traguardo in una squadra di provincia come Udine. Affrontavamo tantissimi grandi difensori. Da solo non ce l’avrei mai fatta, merito della società e dei compagni. Per me è stato importantissimo, soprattutto per la mia carriera. Fare gol in Italia era molto difficile”.
Lì ha giocato anche Zico, tuo sponsor all’Udinese: “Mi conosceva da quando ero giovane. Mio zio ha giocato con suo fratello nel Fluminense. Abbiamo una amicizia familiare di tanti anni. Quando sono venuto a Udine mi ha detto che dovevo fare bene come ha fatto lui. Conoscevo l’Udinese per Zico ed Edinho. Zico ha scelto Udine per l’amicizia che aveva con Edinho. Per noi brasiliani è stato importante avere lui, un fenomeno, come riferimento che ha scelto di mettersi in gioco in una realtà piccola. Avrei voluto vederlo più anni con la maglia dell’Udinese. Credo che anche lui sarebbe potuto diventare capocannoniere come me”.
Nell’Udinese di Zac, uno dei primi a giocare con il 3-4-3, voi attaccanti cosa dovevate fare in fase difensiva? “La fortuna è stata che ci allenavamo tantissimo, nemmeno i nostri compagni capivano i movimenti che facevamo io, Poggi e Bierhoff. La squadra era stretta con Bertotto, Calori e Pierini. In mezzo c’erano centrocampisti importantissimi come Rossitto, Giannichedda e Walem, che ci permettevano di poter correre un po’ meno. Avevamo sempre l’aiuto dei compagni, ma sudavo comunque molto. Se non ritornavo Zac mi dava delle manate in spogliatoio”, ricorda scherzando.
Zaccheroni ricorda quanto Amoroso si arrabbiasse con lui. Il brasiliano ride e rivela: “E’ stato molto importante per l’inizio della mia avventura europea. Abbiamo litigato tantissimo, ma lo tengo nel cuore. Mi diceva che dovevo imparare di più, essere meno fantasista, più concreto perchè in Italia un fantasista prende tante botte. Uno a cui succedeva era Zidane. Io ero bravo in molte cose, ma mi ha detto: ‘O giochi davanti o con me farai tanta panchina’. Da lui ho imparato molto”.
Giocare con Bierhoff, come è stato? “Non era difficile, Oliver era molto intelligente nei movimenti. Sia io che Paolo avevamo capito che dovevamo giocare molto vicini a lui e approfittare di quando lui saltava per appoggiarci la palla; noi dovevamo entrare in area e sorprendere la difesa avversaria”.
Poggi ricorda quando Amoroso voleva andare via da Udine: “Con Paolo ogni giovedì provavamo gli schemi nelle amichevoli contro i dilettanti. Uno di quei giovedì volevo andarmente perchè Zaccheroni non mi vedeva, non mi faceva giocare. Lui mi ha parlato per un’ora, mi ha detto di stare tranquillo, era sicuro che avremmo giocato assieme titolari nell’Udinese. Infatti con Oliver siamo poi diventati il tridente delle meraviglie”.
Quanti chilometri ha fatto Giannichedda per voi? “Giuliano era uno sempre disponibile con tutti. Quando prendeva la palla la dava subito, è stato un grandissimo centrocampista, uno di quelli che ha fatto davvero bene in quel ruolo. Non è facile correre per 90 minuti in quel ruolo”.
Racconta poi dell’amicizia con Alessandro Scarbolo e Michele De Sabata, amici che a Udine gli sono sempre stati vicino. Anche quando è nato il figlio Giovanni. E ricorda aneddoti della loro amicizia.
Quindi, un intervento di Alessandro Calori. Amoroso ricorda che “vedeva le mie qualità, assomigliavo a Ronaldo, ma io ero Marcio Amoroso. Un pomeriggio ero pronto ad andare in prestito a gennaio al Valencia, perchè non giocavo e i Pozzo avevano deciso di mandarmi in prestito. Ma in seguito all’infortunio di Clemente, durante il riscaldamento prepartita, Zaccheroni mi ha mandato in campo. Calori mi ha detto: “Volevi tanto giocare e adesso è arrivata la tua occasione. Se non fai gol oggi, chi ti porta in Brasile a calci in culo sono io”. E poi è andato tutto bene”.
Saluti speciali anche da Gigi Turci: “Grandissimo portiere, uno dei più importanti con cui ho giocato”.
Lo 0-3 in casa della Juve: dopo quella partita sei mai stato vicino alla Juve? “Sì, c’è stata la possibilità di uno scambio con Thierry Henry. Lui ha rifiutato, io sono rimasto a Udine. Lui poi è andato all’Arsenal, io sono rimasto a Udine ed è andata benissimo così. A Udine sono stato benissimo, ho ricordi fantastici a tutti i livelli”.