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Mandragora: Prima dello stop il gruppo aveva dato segnali di ripresa

C'è ancora incertezza sulla ripresa della stagione: c'è chi preme per tornare in campo, e sono sempre di più, chi invece frena (tipo Malagò) o addirittura non ne vuol proprio sapere (il Brescia del presidente Cellino).
Monica Tosolini

C’è ancora incertezza sulla ripresa della stagione: c’è chi preme per tornare in campo, e sono sempre di più, chi invece frena (tipo Malagò) o addirittura non ne vuol proprio sapere (il Brescia del presidente Cellino). Rolando Mandragora, che ai canali social dell’Udinese ieri ha ammesso che gli manca il lavoro sul campo, ha anche detto: “Mi rendo conto che prima di tutto c’è la tutela della salute, ma il via libera potremmo averlo solo quando non ci sarà alcun timore di essere contagiati dal virus: noi atleti, ma anche i cittadini, i nostri tifosi. Per cui non mi sbilancio sull’argomento ripresa o meno del torneo. Non dipende da noi. Dico solamente che contro la Fiorentina, prima della sospensione del torneo, non avevamo demeritato, avevo notato segnali di crescita da parte di tutti, c’era nel gruppo la voglia di fare sempre meglio, di centrare quanto prima la salvezza”.

Di mister Gotti ha detto: “Con lui stiamo lavorando soprattutto per migliorare e potenziare la fase offensiva senza comunque disdegnare quella difensiva. Il potenziale della squadra è sicuramente buono. Il mio ruolo è quello di play, di mediano. Ultimamente occupo questa posizione, che è quella che più si addice alle mie caratteristiche tecniche e tattiche, credo con buoni risultati”.

Il sogno nel cassetto è “Indossare la maglia azzurra dopo aver giocato nella under 21. Credo che dipenda da me, se faccio bene nell’Udinese potrei convincere il ct Mancini a chiamarmi nella famiglia Italia”.

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