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Gotti: Ripartenza? Serve una visione d’insieme, non ci si può fermare al momento contingente

Mister Luca Gotti, ospite e udinesetv ha commentato le ultime notizie dal mondo del calcio in quello che è un contesto anomalo
Monica Tosolini

Mister Luca Gotti, ospite e udinesetv ha commentato le ultime notizie dal mondo del calcio in quello che è un contesto anomalo: “Questa cosa del contesto anomalo è un concetto abbastanza importante perchè determina il cosa fai e come lo fai. Il non sapere quali siano gli orizzonti, modifica la pratica e la gestione di tutti i giorni. Detto questo, sarà un piacere ritrovare i ragazzi sul campo. Quello che possiamo fare o non possiamo fare ancora non è dato saperlo ma tengo a sottolineare che sembra che ci sia un passaggio scontato tra il riprendere ad allenarsi e poi andare a fare le partite.

Ha sentito i suoi giocatori? “Non molto. Grande presenza dello staff, che si è diviso il gruppo squadra. Il mio intervento è stato più defilato, ho cercato di avvicinarmi a chi ha avuto qualche momento di scoramento. Non ci sono precedenti di due mesi da divano e tre mesi dall’ultima partita. La serie A ad altissimo livello richiede il 100%, all’80% non è serie A”.

Lei cosa si aspetta di ritrovare lunedì? Una squadra segnata da questi mesi? “Questo va in relazione alla sensibilità individuale, non è prevedibile. Saranno contenti di ritrovarsi assieme. Poi le esperienze individuali su famiglie e affetti possono farsi sentire per alcuni più sensibili. Questo è abbastanza relativo, ci sarà tutto il tempo per adeguarsi assieme. Al momento è complicata la realizzazione del campionato di serie A, ci sono almeno tre elementi che pesano: in primis la quarantena (si esclude il positivo, non tutti quelli che hanno lavorato con lui); la seconda cosa è la responsabilità civile e penale che hanno il medico sportivo e il responsabile della società; e la terza cosa da studiare bene sono i viaggi. In questo momento serve una visione d’insieme, non bisogna basarsi solo sull’oggi. Io vorrei sapere che cosa cambierà tra quattro mesi rispetto alla visione di oggi. Cosa succederà nel calcio? Per far ripartire il calcio serve una visione più ampia. Io cercherei di trovare delle soluzioni che vadano al di là della contingenza, altrimenti ripartire con il campionato e poi sospenderlo, significa fare un autogol enorme. Va bene allenarsi, ma per ripartire servono condizioni un po’ diverse da quelle che ci sono adesso”.

La rosa è adeguata per quello che sarà un particolare tour de force finale? “Ci sono 18 giocatori di movimento. A gennaio il mercato ha snellito un po’ la rosa, dove si sono persi 4/5 effettivi, ma mi auguro che abbiamo un gruppo in grado di affrontare questa cosa. Dobbiamo tutti sottoporci allo screening diagnostico e auguriamoci di non dover sottrarre ulteriori forze al gruppo”.

Se si dovesse ripartire, si ripartirà tutti da zero? “Credo che si ripartirà da zero sotto tanti punti di vista, il che di nuovo è un segno di discontinuità rispetto al chiamarlo il finale della stagione 2019/20. Cercheremo di far trovare la squadra più pronta possibile di fronte a gare particolarmente impegnative”.

Cosa ci può essere utile in un minitorneo ‘differente’? “Non ci sono grossi riferimenti da studiare, è una cosa praticamente mai successa prima. E’ la mancanza del pubblico il vero fattore difficile da concepire. La partita è fatta assieme al pubblico. E’ questo l’ingrediente del calcio che lo rende particolarmente bello”.

Come lavorerà sull’aspetto psicologico? “Non so fra 4 mesi che ci differenza ci sarà rispetto ad oggi, forse si giocherà ancora a porte chiuse. Questo è un aspetto delicatissimo. Credo che l’aspetto psicologico vada pensato bene più in generale nell’affrontare una situazione di anormalità, ci sarà bisogno di un sostegno di supporto”.

Come si prepara a ripartire? “Io sono già ripartito. Domani sarò a Udine e mentalmente ci sono sempre”.

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