La notizia della morte di Giovanni Galeone ha profondamente addolorato tutto l’ambiente bianconero. La società Udinese ha espresso il proprio cordoglio in una nota in cui descrive l’ex tecnico come una “Figura iconica del calcio italiano e della storia bianconera, da giocatore ha militato nell’Udinese tra il 1966 e il 1974, raccogliendo 153 presenze condite da 16 gol negli anni della Serie C.
Appesi gli scarpini al chiodo, ha subito intrapreso la carriera di tecnico, assumendo il ruolo di viceallenatore dei bianconeri nella stagione 1974/75. Dopo le prime esperienze da titolare della panchina in Serie C, nel 1981 fa il suo ritorno a Udine per allenare la Primavera reduce dallo Scudetto giovanile, restando in Friuli per due anni. Il terzo ritorno di Galeone si concretizza nel 1994, quando viene chiamato per sostituire Adriano Fedele e porta i bianconeri in Serie A, dove si trovano da allora. L’ultima Era Galeone dell’Udinese inizia poi a marzo 2006, con il tecnico napoletano che conduce la squadra alla salvezza, rimanendo in sella poi fino al gennaio 2007, data che segna la fine della sua carriera da allenatore.
In bianconero Galeone ha totalizzato 54 panchine, lasciando un importante ricordo nei cuori dei tifosi bianconeri e sviluppando uno stretto legame con la città di Udine, sua casa fino alla fine.
Ciao, mister”.
Il calcio italiano ricorda con commozione Galeone. Questa sera, a San Siro, si sono trovati di fronte due ex calciatori che sono stati tra i più amati del mister, Allegri e Gasperini. Occhi lucidi per entrambi, durante il minuto di silenzio prima della gara. “Allegri è provato – ha detto il ds del Milan Igli Tare a Dazn – Aveva un rapporto molto particolare, ci teneva tanto, sentiva che era uno di famiglia”.
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