Mister Kosta Runjaic protagonista di una lunga intervista su DAZN. Il tecnico bianconero, che si sta facendo conoscere in serie A grazie all’importante campionato che sta portando avanti con l’Udinese, ha parlato a 360 gradi di sé, della squadra, delle aspettative e di tutti i temi che gravitano attorno a ciò. Partendo dal suo arrivo a Udine, dopo una stagione da incubo per squadra, società e tifosi: “Innanzitutto, io e lo staff dovevamo entrare in sintonia con la squadra prima possibile e far capire ai ragazzi le nostre idee. Abbiamo iniziato subito ad allenarci e a esercitarci in quella direzione. La stagione precedente non era stata buona, serviva cambiare l’energia all’interno del gruppo. Per noi questa è ancora una stagione lunga: dobbiamo giocare ancora molte partite difficili e vogliamo raggiungere il massimo. A cosa corrisponda, in questo momento, non lo so dire. Dove deve crescere la squadra? Lo stato di forma è buono e lavoriamo molto: vogliamo migliorare i giocatori ed essere più solidi, crescere in fase di possesso e provare a mantenere il livello che abbiamo ora, magari subendo meno gol e ritoccando tanti altri piccoli aspetti su cui ragioniamo ogni giorno”.
Mister nuovo e gruppo che lo segue: “Da inizio stagione i giocatori chiave hanno seguito le nostre idee, sono migliorati e hanno assunto maggiori responsabilità: credo si veda anche in partita. Penso a Thauvin, cresciuto come leader e nelle prestazioni, ma ci sono tanti esempi. Karlstrom arrivava da un campionato inferiore, si è adattato alla grande ed è diventato un giocatore chiave, un centrocampista molto importante. Ma non dobbiamo dimenticarci delle cosiddette seconde linee: Kabasele, per esempio, ha giocato tanto e fatto sempre molto bene. Sono felice in generale dei nostri miglioramenti e dell’attitudine di singoli e gruppo. Ora siamo una vera squadra”.
La svolta sembra arrivata con l’innesto di Solet: “Non sono sorpreso da Solet, perché già lo conoscevo e sapevo a che livello fosse. Ha avuto qualche difficoltà, diciamo dei problemi fisici, ma per noi è stato un acquisto veramente azzeccato. C’è stato molto tempo per adattarsi, avendo iniziato ad allenarsi con la squadra già mesi fa. Per me era chiaro che dall’inizio del 2025 lui sarebbe diventato un punto fermo, però aveva fatto bene già dalla prima gara contro il Verona. Si è “lanciato” dentro la squadra e adesso è difficile pensare di giocare senza lui. Fisicamente ora è più forte, è veloce, “legge” molto bene i movimenti, gioca d’anticipo e vince i duelli. Ha tutte le caratteristiche per diventare un giocatore di altissimo livello”.
Il futuro sorride anche a Lucca: “È un attaccante giovane, alla seconda stagione in A. Penso sia migliorato. È ancora in fase di apprendimento, ma resta una punta di tipologia molto specifica. Penso che qualsiasi allenatore di qualsiasi squadra di alto livello vorrebbe avere un profilo come lui. È molto pericoloso, uno specialista nell’ultimo terzo di campo e in area. Forse al momento è il miglior colpitore di testa in circolazione, quindi è prezioso averlo con noi”». Il rigore? «”:
Sulla questione del rigore, si è trattato di “Un episodio “carino”, un aneddoto in più da raccontare nella mia carriera da allenatore. All’inizio ero sorpreso, ma per prima cosa ho sperato che realizzasse il penalty ed ero abbastanza sicuro che lo avrebbe fatto, per me era tutto chiaro. A volte servono anche quelli che rompono gli schemi e va bene farlo, ma non in quella situazione. Non ha seguito le regole. Poi abbiamo avuto un buon confronto, parlando all’interno del gruppo, in una conversazione molto aperta. Si è scusato e ora va tutto bene. Credo che quell’esperienza ci abbia resi ancora più forti”.
Prossimo step, la lingua. Il mister ci sta lavorando: “Miglioro, ma sfortunatamente non ho tanto tempo per studiare, perché passo sul campo quasi ogni giorno dalle 10 alle 12 ore. È una questione di energia, ma lo capisco sempre di più. Voglio creare uno stile di gioco riconoscibile e fare in modo che i tifosi s’identifichino, poi raccogliere più punti possibile è più importante che imparare l’italiano”.
A tutto Runjaic: “Fare punti è più importante che imparare l’italiano”
E sulla vicenda del rigore di Lucca: "Un episodio "carino", un aneddoto in più da raccontare nella mia carriera da allenatore"
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