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Udinese-Longstaff, un affare che fa discutere

Tra le tante voci di mercato che scuotono continuamente il mondo del pallone, la maggior parte nascono e muoiono con il crisma della scarsa credibilità.
Monica Tosolini

Tra le tante voci di mercato che scuotono continuamente il mondo del pallone, la maggior parte nascono e muoiono con il crisma della scarsa credibilità. Ci sono però anche quelle che riescono a diventare dei tarli per tifosi e addetti ai lavori, vuoi perchè accompagnate da dettagli precisi, vuoi perchè suggerite da autorevoli esperti. Quella di Matthew Longstaff all’Udinese è una notizia che muove gli animi degli esperti di mercato e dei tifosi inglesi che si pongono mille interrogativi sulla questione.

Non amano veder dato già in partenza un loro giovane beniamino e soprattutto è difficile accettare che possa essere accostato ad una squadra che non è nè di prima nè di seconda fascia. Sette partite in Premier, pur condite da due reti (una delle quali all’esordio contro lo United, che ha dato la vittoria al Newcastle) possono già valere uno stipendio che passa da 850 a 30mila sterline la settimana? E l’Udinese, nota per il principio del tetto salariale particolarmente contenuto, è disposta a pagare una cifra simile a un 20enne quando la sua stella De Paul si dice percepisca 28mila e cinquecento euro la settimana? La domanda seguente è ovviamente: ma non è che Longstaff in realtà è destinato al Watford, e sarà quindi il club inglese a pagargli l’ingaggio? E ancora: cosa potrebbe spingere un calciatore in rampa di lancio ad accettare una destinazione, l’Udinese, paragonabile al Burnley?

Insomma, stavolta la nuova di mercato fa discutere oltre i tempi classici delle solite boutade. Per capirne di più, non resta che attendere le voci, o i cinguettii, dei protagonisti. Al momento siamo fermi al ‘si dice che’ Longstaff preferirebbe rimanere al Newcastle, squadra in cui è cresciuto.

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