Vittoria doveva essere e vittoria è stata. L’Udinese sbanca l’Upower Stadion consolidando la nona piazza in classifica, resistendo agli attacchi dell’Empoli che dopo la vittoria di Verona prosegue sulla scia di un buon campionato, e accorciando su chi sta davanti, Bologna e Milan, distanti solo 2 punti ma con una gara in meno. La vittoria era fondamentale. Mancava da troppo tempo, e comunque dal trittico di gare alla portata: Empoli, Genoa e Monza appunto, la squadra di Runjaic ne esce con soli 4 punti. Sarebbero stati auspicabili almeno 7, ma tant’è, piangere su quello che è stato non porta a nulla. A Monza era fondamentale vincere, anche giocando in maniera sporca, ma erano fondamentali i 3 punti.
L’Udinese non è stata bella. E’ stata essenziale. Cinica. Ha sofferto, anche troppo dopo il cambio modulo nella ripresa, ma ha saputo pungere in contropiede e rendersi sempre pericolosa ogniqualvolta si portava in avanti. Runjiaic aveva sceltro un 4312, mascherato. Di fatto non ha voluto rincunciare alla difesa a 4 e al modulo più offensivo che non si era poi potuto ammirare contro il Genoa causa il rosso di Tourè, ma non se l’è sentita di riproporre una formazione così offensiva. Al posto di Davis, infortunato, non ha schierato Bravo ma Ekkelenkamp, inserendo Zarraga in mezzo al campo . Insomma è rimasto a metà del guado. Cerco di vincere ma senza scorprirmi troppo. In sostanza il 4321 con Ekkelenkamp più esterno a dare manforte a Zemura dal lato di Daniel Maldini e Pedro Perreira, mentre era Zarraga a scalare a destra per aiutare Ezhibue sul fronte Kyriakopulos Caprari, lasciando Lovric e Kalstrom centrali; insomma per una squadra che in fase difensiva si disponeva con un 442 con due interpreti un pò improvvisati. Per tutto il primo tempo infatti l’Udinese ha faticato non poco sulle fasce, concedendo una miriade di cross ai brianzoli, con una difesa arcigna in mezzo che respingeva come una contraerea tutti gli assalti, costringendo la squadra di Nesta a sparare solo dalla distanza. Era chiaro l’intento della squadra di casa di far spiovere i palloni per il gigante Djuric, il quale è stato di molto limitato da Bjiol e Giannetti quando occorreva. L’Udinese ha quindi sofferto sulle fasce, ma ha saputo pungere ogni volta in cui aveva l’opportunità di ripartire per vie centrali, con Lovric sugli scudi, un Thauvin comunque ispirato, un Ekkelenkamp che accompagnava e con Zemura, unico dei due terzini, a partecipare alle offensive (Ezhibue rimaneva più bloccato). Il primo gol di Lucca nasceva proprio su questi binari. Il secondo, poi annullato, ripercorreva le medesime piste, con il Monza che lasciava tanto campo dietro a se, tanto campo da attaccare. Il gol annullato portava grossi rammarichi perchè sebbene arrivato all’alba della partita, avrebbe potuto indirizzarla in maniera più decisa, innervosendo ancora di più la squadra di casa, che vive un brutto momento, e portando ancora più leggerezza tra le fila dei bianconeri. Rimaneva invece l’1 a 0, si buono ma che lasciava la gara sempre aperta, con il Monza a percorrere sempre il solito spartito: cross dalle fasce, respinti dalla difesa bianconera, e cannonate da fuori. Sava non doveva mai intervenire, e il pericolo in area veniva portato solo una volta con il tiro di Pereira deviato da Giannetti, ma la sensazione che alla lunga si sarebbe sofferto le pene dell’inferno c’era tutta. All’intervallo Runjiaic optava per un cambio conservativo, fuori Zarraga dentro Kristensen per il canonico 352. Il cambio modulo aveva l’effetto nefasto di far arretrare il baricentro del gioco dei bianconeri, che li vedeva rinculare sempre più dentro l’area di rigore. Il gol nasceva da un errata uscita in pressing di Kristensen, su Bianco, che riusciva a pescare tra le linee Maldini, lasciato solo da Kalstrom. Un vuoto formatosi sulla trequarti a causa di un’uscita senza palla in pressing non proprio portata in maniera collettivamente ordinata da parte dei biancoeri. A quel punto in nemico entrava in area, come mai aveva fatto nel primo tempo o quasi, Giannetti che non riusciva a mettere un rammendo sullo sfondamento di Daniel Maldini e Kyriakopulos che insaccava. Da quel punto i pericoli si moltiplicavano, il Monza avrebbe calciato da dentro l’area altre volte, con Caprari, con Dani Mota di testa (traversa) e con Djuric (gran parata di Sava) ma i brianzoli, accecati dalla voglia di vincere, continuavano a lasciar sempre tanto campo alle loro spalle, che i friulani riuscivano sempre a risalire con qualità portando pericoli: Ekkelenkamp dopo aver mandato in porta Thauvin, pericoloso al tiro, mandava a Meta Bjiol, inseritosi a fari spenti per il più classico dei contropiede, il quale timbrava il gol vittoria. Anche questa azione partiva da una splendida apertura di Thauvin. Sempre su ripartenza, stavolta solitaria, in coast to coast di Abankwah nel recupero, l’Udinese sfiorava il terzo gol, ma sarebbe stato decisamente troppo per un pur generoso Monza che alla fine aveva calciato verso la porta ben 27 volte, seppur con molta imprecisione (solo 4 tiri nello specchio). Certo Lucca aveva alleggerito con altre due conclusioni in ripartenza, servito sempre da Ekkelenkamp ed Ezhibue (sull’unica incursione dell’ex Colonia) ma la verità è che la seconda frazione aveva visto l’Udinese soffrire ancora più che non nel primo tempo. Se nei primi 45 minuti erano stati concessi troppi cross, perchè ne Ekkelenkamp ne Zarraga riuscivano, allargandosi, a proteggere adeguatamente i terzini bianconeri, e tanti tiri da fuori, nella ripresa con il cambio di modulo il Monza era riuscito ad entrare più e più volte dentro la linea dei sedici metri, creando pericoli a distanza ravvicinata da Sava, trovando tra l’altro in questo modo anche il gol.
Non vorrei che questo epilogo portasse Runjaic ad abdicare l’idea della difesa a 4. In fondo, come a Empoli, il gol è stato preso con lo schieramento a 3. A mio parere la difesa a 4 permette di distendere meglio la qualità del reparto offensivo, anche in assenza del gigante Davis. A breve tornerà Sanchez, e un 352 non sarebbe più sostenibile, stante che pure Thauvin con un modulo del genere appare un pò troppo sacrificato.
Discussioni che verranno rimandate in settimana, in fase di preparazione della partita contro il Napoli, che verrà a Udine ferito dopo le sconfitte patite contro la Lazio (una in coppa Italia). L’Udinese con questi punti, però, ha recuperato fieno in cascina per garantirsi un Natale al caldo, e questa premessa permette di preparare questo difficile match con la dovuta serenità.
Paolo Blasotti