Con la vittoria sul Parma, che permette alla squadra bianconera di issarsi a quota 39, consolidando ulteriormente il decimo posto, l’Udinese può definitivamente archiviare il discorso salvezza anche in sede scaramantica, e concentrarsi su un finale di stagione leggero, spensierato, sognante, senza avere l’obbligo di perseguire ambizioni europee, ma con la spensieratezza di chi può osare e avere tutto da guadagnare. Nessuno chiede e chiederà l’Europa a questa squadra, e anzi più volte a domanda specifica, Kosta Runjiaic ha glissato in maniera prepotente da vero teutonico, lasciando intendere che sia un discorso che deve riguardare altre squadre ben più attrezzate. Parliamoci chiaro, non sarà facile agganciare il treno europeo, il sesto posto dista 7 punti, ma di certo non è impossibile.
L’Udinese dovrebbe procedere a questo ritmo, e chiudere il girone di ritorno sopra i trenta punti, e nel contempo alcune squadre che stanno davanti dovrebbero inciampare e farsi superare. Insomma un intreccio di situazioni favorevoli a dir poco. Ho detto più volte che se il girone d’andata è stato chiuso a quota 25, con qualche polemica arbitrale annessa, quello di ritorno con un Solet e un Sanchez in più potrebbe verosimilmente regalare 30 punti.
Ecco 30 punti sono sicuramente alla portata. 14 sono già stati messi in cascina tra l’altro il che è già un bell’andare. 30 punti che porterebbero a quota 55 a fine campionato, non sufficienti però nemmeno per una qualificazione alla Conference League, a seguire i dati degli ultimi campionati.
Perciò, per perseguire il sogno europeo, l’Udinese dovrebbe cambiare ulteriormente marcia, e andare oltre i 30 punti nel girone di ritorno. Che sia fattibile o meno sarà il tempo a dirlo. Quello che rincuora è che questa squadra ora appare davvero solida, e mostra davvero la mano del tecnico. Terzo clean sheet di fila, l’Udinese non subisce reti dal gol di Mc Tominay a Napoli, e scusate se è poco. Il cambio di modulo con la difesa a 4 applicata in maniera spuria o meno, ha portato ad una solidità invidiabile di cui l’Udinese da tanti anni non beneficiava. Ha portato l’inserimento a centrocampo di elementi di qualità come Ekkelenkamp e Atta, e qualche volta l’impiego anche di tre punte, con in campo Sanchez e Thauvin relegato più a destra. Insomma adesso il possesso palla e le uscite dalla difesa non sono più appannaggio di 5 difensori che fanno fatica a mettere di fila 3 passaggi, ma da una coppia di difensori con i fiocchi come Bjiol, ex centrocampista, e Solet che ha piedi da trequartista, con Kalstrom che spesso si abbassa tra loro due per dettare i ritmi del palleggio, per poi alzarsi sopra la linea del centrocampo per dettare il pressing. Con questo modulo Kalstrom sta rendendo ancora di più. Riesce a fungere perfettamente da metronomo, sbagliando pochissimo, decidendo lui quando accelerare e quando semplicemente amministrare il possesso palla. Proprio il possesso palla è l’aspetto che più ha cambiato faccia in seno a questa squadra. Ora spesso e volentieri è dominante in favore dei bianconeri. Lo è stato in maniera marcata anche nel primo tempo con il Parma, con i ducali che hanno visto risalire in questa statistica nella ripresa alla ricerca del pari. Era uno dei presupposti che Runjiaic teneva a migliorare una volta insediatosi sulla poltrona di comando bianconera. Anche con il 352 spesso abbiamo assistito ad un possesso palla superiore da parte dei bianconeri, ma spesso era sterile e appannaggio dei 5 difensori; non permetteva di risalire il campo e anzi a volte consentiva agli avversari di essere pericolosi con palloni persi a 30 mentri dalla propria porta. Ora la musica è cambiata. Ora il centrocampo è tronfio di qualità, con Ekkelenkamp e Atta che non danno punti di riferimento; si allargano in fascia solo in fase di non possesso, per poi scambiarsi la posizione con Lovric, inserirsi, triangolare, e dialogare con le punte. Atta è giocatore di un’eleganza unica. Con il Parma è andato al tiro un paio di volte in maniera pericolosa nel primo tempo, inserendosi con i tempi giusti, con Thauvin a liberarlo al tiro. Ecco, il francese è quello sempre deputato a fare la giocata che fa saltare il banco; quello che la giocata la rischia sempre, che salta l’uomo e che libera al tiro i compagni o lui stesso. Con il Parma è stato man of the match. Si è procurato il rigore vincente, poi realizzato senza polemiche, ha mandato al tiro Atta, ha mancato clamorosamente il 2 a 0, per poi realizzarlo ma vederselo annullare per un fuorigioco in partenza di Lucca su lancio del metronomo Kalstrom. Insomma, la partita col Parma ha restituito una squadra solida. Magari meno spettacolare rispetto alla più roboante vittoria di due settimane fa in casa contro l’Empoli, dove il 2 a 0 conseguito a mezz’ora dalla fine, aveva consentito a Runjiaic di esagerare con i cambi e chiudere addirittura con 3 punte più Pafundi. Contro i Ducali, non riuscendo a chiudere la partita, e rimanendo sempre in bilico il risultato, il tecnico tedesco è rimasto molto più abbottonato, rinunciando anche a cambi ruolo per ruolo almeno fino all’83’, se si eccettua il cambio obbligato di Atta infortunatosi per Zarraga, entrato comunque bene. L’Impressione è che il Parma non avrebbe segnato nemmeno giocando fino al giorno successivo, anche perchè nelle uniche due volte dove è riuscita a farsi imbucare centralmente la retroguardia bianconera, nella prima il quarantenne Padelli ha risposto presente alla grande, mentre nella seconda un gigante di nome Solet ha salvato proprio sulla linea. Insomma, si diceva, il nuovo assetto tattico ha restituito alla squadra una solidità mai vista negli ultimi 10 anni, e l’impressione è che non tutto il potenziale offensivo venga ancora sfruttato da Runjiaic. Con il rientro di Davis in panchina contro il Parma c’erano ben 5 punte!! Le ultime due gare sono state vinte di corto muso e di rigore. Questo significa che la squadra, pur non abbandonando questa ermeticità difensiva, ripeto terzo clean sheet di fila, possa essere ancora più spumeggiante davanti e sfruttare a pieno il potenziale del parco attaccanti. Forse così si potrà aumentare ancora di più la media punti, e superare quota 30 per il girone di ritorno, che per ora rimane un trend alla portata, ma difficilmente sufficiente a garantire orizzonti europei.
Paolo Blasotti