L’Udinese se ne esce dalla scala del calcio con un bel bagaglio di rimpianti e veleni. Lo fa dopo una partita condotta per oltre un’ora in superiorità numerica, per l’espulsione del milanista ReIjnders immolatosi per fermare un Lovric lanciato a rete alla mezz’ora del primo tempo. Un’ora in superiorità numerica laddove l’Udinese non è riuscita a scrollarsi del tutto la timidezza che l’aveva accompagnata nella prima mezz’ora in parità numerica. Una prima mezz’ora che aveva visto il Milan superiore in ogni angolo di campo, reattivo, che faceva viaggiare la palla con velocità e qualità, mandando a vuoto il centrocampo bianconero, la prima linea di pressing in fase offensiva di Runjiaic composta ieri da Lucca e Bravo, e di conseguenza mettendo fin da subito pressione alla difesa. Un’Udinese timida e che non riusciva ad uscire in palleggio, nè a mettere in modo i quinti. Un Milan che giustamente era andato in vantaggio con la sgasata di Okafor che aveva lasciato sul posto Zemura, emigrato per l’occasione a destra, e con una veloce transizione di palla da sinistra a destra, passando per Pulisic, e conclusa da Chukwueze lasciato libero dalla marcatura, a seguito della scalata di Tourè verso il centro, il quale aveva insaccato con il più classico dei colpi a biliardo sul secondo palo.
L’espulsione è stata un fulmine a ciel sereno, in un mare di Milan. Un mare di Milan però che d’un tratto era stato lacerato dal lancio dritto per dritto di Bjiol a mandare in porta Lovric. Un lancio che di fatto ha avuto l’effetto di separare le acque del mare milanista neanche fosse Mosè con quelle del Nilo per far transitare gli ebrei. L’ebreo in questo caso è Lovric che con i tempi di inserimento perfetti costringeva al fallo Rejinders. Partita che cambia? Certo, ma gradualmente. L’Udinese ci ha messo un pò prima di scuotersi. Ha di certo avanzato il baricentro del gioco, ma la pericolosità portata alla porta di Magnan di fatto è stata nulla, consentendo a Fonseca di mantere persino inalterato l’assetto ultraoffensivo di partenza, che presentava nell’ordine: Okafor, Morata,Pulisic e appunto l’autore del gol.
Il difetto dell’Udinese, per tutta la partita, è stato quello di essere venuta a mancare nell’intraprendenza sulla trequarti, la capacità, o la voglia di rischiare la giocata, l’uno contro uno che avrebbe consentito di far saltare il banco, permettere di aprire lo spazio per un’occasione da gol pulita e non solamente in mischia. Intraprendenza e qualità, insomma, ma anche un pò di personalità. La squadra di Runjiaic è partita impaurita e contratta, e l’impressione è che la superiorità numerica abbia avuto l’effetto di riportare i valori di coraggio su un livello solo paritario con gli avversari, non sovverchiante come avrebbe dovuto essere. Insomma, personalità e qualità sono mancate ieri sera alla scala del calcio. L’Udinese ha allora cercato di sfruttare i kg e cm, posseduti in sommo grado tra i propri effettivi, e quindi i cross dalle fasce, che soprattutto nella ripresa hanno cominciato a tracciare i cieli dell’area di rigore milanista, dove gli uomini di Fonseca avevano ormai piantato le tende, con gli indiani bianconeri a circondarli come un attacco all’OK Corral. La soluzione dei cross era sicuramente percorribile, soprattutto dopo l’ingresso del doppio centravanti (Davis in luogo di un abulico Bravo), e di cross ne sono partiti davvero tanti (almeno una trentina) anche se solo 6 avevano i crismi della pericolosità. Una media bassa, si può evincere, tuttavia, anche relativamente a quei 6 cross di buona efficacia, Davis e Lucca non si sono mai fatti trovare pronti all’appuntamento, se è vero che l’attaccante più pericoloso dei bianconeri, sulle palle aeree e non, è stato ancora una volta Kabasele, rispolverando la sua vecchia attitudine di attaccante.
Della scarsa intraprendenza all’uno contro uno della trequarti bianconera abbiamo detto, ecco che si può aggiungere anche la scarsa propensione allo scarico del tiro dai 16/18 metri, e anche qua l’unico a provarci era Bjiol. Insomma, se togliamo poi una conclusione a giro di Ekkelenkamp, conteggiando le situazioni pericolose prodotte dall’Udinese, compresi i gol annullati e le situazioni dubbie da rigore, annotiamo tra i protagonisti: Kabasele, Bjiol ed Ezhibue, rispettivamente due dei tre difensori e un quinto. Nessuna traccia nè delle punte, nè quelle in campo dall’inizio nè quelle subentrate, nè delle mezzali. Insomma, se bisogna sperare che siano i difendenti a fare gol, evidentemente qualcosa nella macchina organizzativa di gioco di Runjiaic è evidente che non ha funzionato.
Se poi si considera che a dispetto dei tanti cross, in quell’ora di superiorità numerica, Maignan ha passato tutto sommato una serata tranquilla, e che in 11 vs 11 il Milan non stava facendo vedere palla all’Udinese, si può capire come a livello di gioco la vittoria rossonera non sia stata un furto. A livello di gioco.
Poi ci sono gli episodi, che certo, si sa, decidono sempre le partite e hanno sempre la peculiarità di essere determinanti. Ebbene se i due gol annullati per fuorigioco millimetrici si possono protocollare alla voce sfortuna (e fantasia del varista) , il rigore solare non fischiato a Kabasele (si sempre lui) per il quale non è stato concesso nemmeno un OFR, beh grida vendetta. Insomma episodi arbitrali discutibili, che si sa tendono e tenderanno sempre a pesare dalla parte delle grandi, anche in epoca VAR, creata per risolvere tale problema, ma di fatto lasciandolo alla gestione umana, sarà sempre soggetta a speculazioni e ad interpretazioni. Insomma, se il computer non sbaglia, l’uomo che lo manovra si.
Detto questo, gli uomini di Runjaic devono interrogarsi sul perchè in un’ora di superiorità numerica si sia girato intorno al problema (con i cross) anzinchè affrontarlo più direttamente (nessuno tiro in porta se non i gol annullati). Su questo ci sarà da riflettere come da pensare lascia la primamezz’ora in balia del diavolo e in generale l’approccio alla gara. Per carità, l’Udinese non è stata costruita per giocarsela alla pari con le big, magari al completo se ne può parlare, però senza alcuni interpreti, ieri assenti, il gap tecnico sulla trequarti, se può essere mascherato con le provinciali, con le big si evidenziain maniera abbastanza netta.
Nulla di grave si intende. Runjiaic deve però ancora lavorare sul gruppo squadra per riuscire ad affrontare certe partite con la testa giusta. Se a causa di contingenze e assenze ti manca qualità in qualche zona del campo, devi compensare con coraggio e garra. Ieri sono un pò mancate entrambe, alla scala del calcio.
Paolo Blasotti