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Un’Inter non trascendentale è sufficiente a piegare i bianconeri

L’Udinese nell’anticipo serale di sabato é chiamata nell’impresa di fermare la vera rivale del Napoli, ovvero l’Inter di Inzaghi.
Monica Tosolini

L’Udinese nell’anticipo serale di sabato é chiamata nell’impresa di fermare la vera rivale del Napoli, ovvero l’Inter di Inzaghi. 6 i cambi dei padroni di casa rispetto all’ultima di Genova, in previsione della gara di Champions con il Porto.

SOTTIL perde alla vigilia PEREZ e lancia EBOSSE tra i 3 dietro. THAUVIN e il Tucu dal primo con il sacrificio iniziale di SAMARDZIC.

Si parte con l’Udinese guardinga e l’Inter come da copione a fare la partita. Intorno al quarto d’ora EBOSSE sbilanciato da Lukaku si infortuna. In panchina il cambio stenta ad arrivare, per almeno un paio di minuti si gioca con l’uomo in meno, tanto che i padroni di casa procuravano un rigore assai dubbio per un presunto fallo di WALACE ai danni di Dumfries. Lukaku dal dischetto si fa ipnotizzare da SILVESTRI ma l’ingresso in area di LOVRIC vanificava la prodezza del portiere emiliano. Nella ripetizione del penalty Lukaku non lasciava scampo. Al posto del camerunese si rivedeva Adam MASINA, ottimo il suo rientro, che andava ad occupare il ruolo di terzo di sinistra. Passata in vantaggio l’Inter provava a gestire il gioco attraverso il palleggio, apparentemente riuscendoci, ma ad una manciata di minuti dalla chiusura di frazione, sempre Lukaku si faceva “breccare” in attacco, palla al Tucu in mediana che vedeva libero sul centro sinistra LOVRIC. Lo sloveno si faceva trovare libero intorno ai 12 metri dal connazionale Handanovic richiamato a difendere i propri colori. La conclusione ravvicinata risultava vincente. 1-1, e frazione che si chiudeva con un parziale incoraggiante.

Alla ripresa i padroni di casa non sembravano in grado di alimentare facili sbocchi, seppur trovandosi di fronte una squadra molto, forse troppo remissiva, ospiti che sembravano vivere nella speranza di trovare un guizzo di BETO, anche stavolta generoso, ma ripetutamente confusionario. La difesa bn che nell’occasione abbandonava la divisa gialla portafortuna… si dimostrava piuttosto attenta negli spazi stretti tendendo peró a perdere le misure qualora presa in velocità. Un paio di errori di BECÃO, il primo in attacco, il secondo in difesa, lanciava in solitaria Dzeko su cui il portierone bn si opponeva come in precenza con grande efficacia. La partita si avviava a seguito di sostituzioni nerazzurre, verso il quarto d’ora finale, spesso per i friulani decisivo. Un contropiede micidiale a poco più di un quarto d’ora dalla fine, in superiorità numerica condotto da SUCCESS, non si concretizzava proprio per la cronica sterilità del nigeriano cui forse più si addice il ruolo di mediano piuttosto che si punta. Spiace perché forza fisica non manca, anche qualche sana apertura o assist rientra meritevolmente nel repertorio dell’ex Watford, purtroppo però col gol, Success sembra proprio litigarci, forse manca proprio la necessaria freddezza del killer…. E da gol sbagliato, ecco il gol subito! Bravo Di Marco, spesso indisturbato sulla fascia mancina a trovare l’accorrente Mkhitaryan che dal limite fulminava SILVESTRI.

Solo allora arrivava un triplo cambio con gli innesti di SAMARDZIC (come sarebbe servito prima), ARSLAN, FESTY. L’Udinese provava il solito finale “tutto cuore” con un FESTY EBOSELE curiosamente collocatosi come punta più avanzata al posto di un altalenante BETO, mandato negli spogliatoi proprio per far posto all’irlandese! Le squadre allungandosi rischiosamente, generavano situazioni di pericolo, sulla prima della quali LAUTARO sprecava malamente con un pallonetto maldestro, ma diventando decisivo nella seconda quando si beveva fisicamente BIJOL per presentarsi solitario davanti a SILVESTRI. Al campione del mondo una occasione là si può concedere, una seconda no! 3-1 a pochi minuti dal termine significava partita chiusa.

Anche a San Siro il coraggio non é sembrata prerogativa peculiare della compagine, la quale poteva e doveva osare di più, opposta ad una squadra con la testa in Champions. La reazione é stata sempre conseguente allo svantaggio, tipica degli atteggiamenti delle stagioni vissute.

L’Inter é evidentemente più forte come uomini, ma é altrettanto vero che l’UDINESE dell’andata non si sarebbe comportata in modo così passivo. 1 vittoria nelle ultime 15 partite giocate é davvero poca cosa.

Se alla prossima contro La Spezia non arrivasse una vittoria convincente, temiamo possa innescarsi un processo di avvicendamento tecnico da pianificare in ottica stagione ventura, pressoché ineludibile.

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