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Un Bologna propositivo non supera i friulani

Buono il punto, ma sulla personalità e manovra c’è ancora molto da fare
Redazione

Con il mercato ancora aperto specie in uscita, l’Udinese apre la stagione di campionato al Renato Dall’Ara di Bologna su terreno appesantito dall’acqua inopinatamente scesa copiosa prima della sfida, nonostante si tratti di domenica 18 agosto. Trattandosi di avversario di rango non foss’altro in virtù di una stagione trascorsa davvero inappuntabile, oltre al consenso ricevuto per il gioco sviluppato, ecco che la squadra del “neofita” RUNJAIC dovrà, non solo fare molta attenzione alla forza di una squadra allestita da Sartori in ottica Champions, ma avrà attesa occasione di misurarsi nel merito con una compagine di pari categoria, peraltro candidata a condurre un campionato di medio-alta classifica. 

Per il tecnico slavo nato a Vienna, un primo vero esame per comprendere se gli uomini a disposizione, preparazione e approccio alla gara, siano state approntati o meno, al meglio delle possibilità.

Tra i felsinei vanno annotate diverse le assenze, out infatti Holm, Lucumi, El Azzouzi, Urbanski oltre al lungodegente Ferguson; il 27.enne svizzero Aebischer per contro, appare in buona parte recuperato nell’accomodarsi in panchina. Per RUNJAIC il solo KRISTENSEN non é recuperabile causa infortunio per la contesa, mentre un paio di pedine chiave tra i bn non hanno inevitabilmente ancora i 90’ sulle gambe – vedi KARLSTROM, ma anche ESTEVES e SANCHEZ (non convocati). Lo stesso SAMARDZIC ufficialmente trasferitosi a Bergamo (quasi 21 mln € + 4 di bonus facilmente raggiungibili), per evidenti ragioni, non é partito con gli ormai ex compagni.

I canovacci tattici, 433 per Italiano, 3421 di partenza per il tecnico friulano, anch’egli ossequioso interprete di un cliché abitualmente consumato in casa bianconera, oggi di scena in completo giallo. In tribuna il CT Azzurro Luciano Spalletti. Arbitra la signora Caputi.

Parte bene l’Udinese con un pressing alto capace di mettere in apprensione un Bologna che come predica il proprio allenatore fa del possesso palla un proprio “must”. 15’ di buona intensità che con il passare del tempo lasciavano peró spazio alla crescita graduale nel palleggio da parte dei padroni di casa. La squadra sembrava via via perdere in personalità, ma soprattutto regredire su concetti di gioco paragonabili a quelli palesati nell’anno appena trascorso. Poca manovra, poche geometrie e possesso palla in mano quasi sistematicamente agli avversari. Stupiscono peraltro alcune leggerezze difensive, specie su corner a favore, con i tre difensori in avanti a saltare, ma con relativa concessione di praterie in favore della corsa degli avversari (su questo punto il tecnico dovrà portare correttivi immediati).

Con 26ºC piuttosto umidi, la Caputi concede al 26º minuto un meritato cooling break, il quale non pare servire poi molto ad invertire un trend non troppo entusiasmante. Il centrocampo con un LOVRIC affatto centrato, patisce il razionale palleggio di Freuler e compagni; fortuna vuole che Ndoje non riesca a concretizzare un paio di occasioni neanche troppo complesse, la prima alla mezz’ora su contropiede partito da centrocampo, la seconda sul finale di frazione, occasioni che avrebbero potuto portare meritatamente in vantaggio i rossoblu. La frazione si chiudeva con un nulla di fatto che premiava i friulani forse oltre i propri meriti.

La ripresa non invertiva il cliché impresso nella prima parte con i locali che spingevano per trovare la marcatura. Se piu che un elogio va accreditato alla squadra di Italiano, é pur vero che l’incisività di Zirkzee non può essere garantita dal tecnico Castro, giovane, bravo, ma ancora poco smaliziato per superare il duo PEREZ-BIJOL. La pressione felsinea si concretizzava comunque intorno all’ora di gioco con un rigore piuttosto generoso concesso su fallo presunto di PAYERO, fattosi ingenuamente anticipare nel tentativo di un rinvio. Orsolini nonostante un OKOYE sino ad allora pressoché perfetto, non lasciava scampo al portierone bn, portando i suoi avanti. RUNJAIC per contro non aspettava un attimo sostituendo LOVRIC con KARLSTROM.

PAYERO tuttavia riusciva a farsi perdonare ben presto con un’azione molto efficace, unendo carattere e spinta, condizione che portava l’argentino a farsi atterrare fallosamente dal portiere avversario. Penalty questa volta senza discussione, con THAUVIN a tre quarti di gara pronto a realizzare dal dischetto. La breve rincorsa veniva però felicemente intuita da Skorupski, il quale in tal modo riusciva a farsi perdonare la maldestra uscita di pochi istanti precedenti.

Se una dote tuttavia andasse ascritta ai friulani, beh questa sarebbe il carattere dimostrato e la voglia di non soccombere. Sul corner immediatamente successivo al rigore fallito, con battuta di BRENNER, ci pensava GIANNETTI ad incornare con un gran tempismo verso il secondo palo. Pari forse insperato, ma tendente a premiare un carattere che lascierebbe ben sperare per il futuro.

Il successivo cooling break anch’esso chiamato al 26º di frazione, cementava tra i ragazzi la convinzione di ottenere un risultato positivo. Iniziava anche la girandola di cambi sia per i padroni di casa che per i friulani, i quali inserivano per gradi i vari EKKELENKAMP ZEMURA e DAVIS. La forza fresca dei nuovi riusciva nell’intento di limitare le giocate rossoblu, sempre abili nel giro palla ma forse poco incisivi. OKOYE poi si dimostrava insuperabile lenendo qualche timore di troppo causato da un’attenzione difensiva non sempre applicata. Alla fine il pari veniva accettato di buon grado dai ragazzi di RUNJAIC anche in considerazione di un avversario allestito, non va dimenticato, per giocare in Champions. 

I numeri però non possono non venire analizzati con attenzione certosina per comprendere se il trend rispetto all’anno passato possa venire almeno in parte invertito. Al netto di un carattere dimostrato che marca una connotazione senz’altro positiva, il possesso palla é stato appena del 26% (!) frutto di 200 passaggi contro i 562 dei padroni di casa, i tiri concessi 22 contro i 4 eseguiti, la precisione nei passaggi 66% contro l’87% degli avversari. Numeri impietosi, difficile disponendo di una certa onestà intellettuale, asserire che la squadra di Italiano non meritasse qualcosa di più…

Comunque se é vero che “chi ben comincia é a metà dell’opera”, allora questa Lazio in testa alla classifica, sabato sera una mezza verità forse ce la svelerà.

AM

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