Rimane solo la prestazione nella sfida contro la super Atalanta di Gasp. Eh si perchè se il risultato trova riscontro con quanto preventivato alla vigilia, ovvero la vittoria della Dea, che a quanto pare non era nemmeno quotata nei circuiti di scommesse, l’andamento della partita e la prestazione è quanto di più inimmaginabile ci potesse essere. Alzi la mano chi si aspettava un’Udinese così dominante e convincente al Gewiss Stadium? Ecco appunto. Probabilmente solo Runjaic, il quale ai suoi aveva chiesto di alzare l’asticella e provare a giocarsela alla pari anche con una big, dopo aver balbettato e non poco contro la Roma (in fin dei conti l’unico momento di gloria del neo silurato Juric), dopo un inizio shock contro l’Inter e un primo tempo quasi regalato contro il Milan e contro la Juve.
C’era un solo modo per poter andare a giocarsela alla pari a Bergamo: affilare le stesse armi che rendono quasi invincibile la squadra del Gasp: pressing uomo su uomo a tutto campo, grande aggressività e attenzione, feroci ripartenze. Soprattutto il primo tempo è un condensato di questo vademecum, che rappresenta quello giusto per mettere alla berlina una squadra come la dea: attaccarla con le sue stesse armi, e se possibile, farlo anche meglio.
Farlo meglio significa vincere i miss match, perchè quando il gioco diventa uno contro uno, quelli sono fondamentali. l’Udinese ha dalla sua anche la fisicità, altro aspetto che la squadra orobica patisce per tutto il primo tempo. L’Udinese, a dispetto di uno schieramento tattico abbottonato, il classico 3511 con Thauvin alle spalle di Davis, riesce a mettere alla frusta la Dea per tutti i primi 45 minuti grazie ad un atteggiamento molto aggressivo a tutto campo, prova provata che a volte non è il modulo a discriminare come gioca una squadra, ma l’atteggiamento degli 11 in campo e l’interpretazione dello stesso. Per tutto il primo tempo si vede quindi: i braccetti dell’Udinese, Giannetti e Tourè aggredire alti a centrocampo, con Bjiol solo un passo più indietro, vincere i duelli e servire immediatamente le mezz’ali d’assalto Lovric e Payero, con Thauvin ad abbassarsi per creare gioco, I quinti ad appoggiare sempre l’azione, e offrirsi come soluzione di scarico, a turno non entrambi chiaramente, e Davis a portare a spasso Hien, mandandolo sempre a vuoto. L’Inglese per tutto il primo tempo, ma anche per buon parte della ripresa, riesce a ridicolizzare Hien, per rendimento uno dei migliori centrali in Italia, uno che aveva a sua volta ridicolizzato Lukaku solo una settimana fa. Nel contesto, il difensore svedese non riesce mai ad impedire al centravanti bianconero di difendere palla e smistarla al meglio, di girarsi per andare alla conclusione e di essere un costante pericolo. Su Davis l’Udinese riesce sempre a trovare un approdo sicuro per esplorare diversificate soluzioni di manovra, alla quale partecipano costantemente 5/6 uomini. Lo spauracchio Lookman, in questo contesto, viene preso in consegna da Ehizibue e Giannetti, con Lovric pronto a triplicare alla bisogna, risultato? Lookman anestetizzato per gran parte del match. Insomma, per un tempo è l’Udinese a fare l’Atalanta, a costruire le occasioni migliori, a segnare 2 volte ( un gol di Davis annullato) e a chiudere meritatamente avanti la prima frazione. Gasp, costretto a cambiare la marcatura di Hien su Davis con Kossounou, che riesce a limitare già di più il britannico puntero di Runjiaic, costretto al cambio forzato di Djimsiti, nella ripresa rischia ancora il colpo del K.O. su altra incursione del braccetto Tourè, dalla quale nasce la grande occasione per Thauvin. Il pressing alto di Tourè rappresenta una sorta di sliding doors della partita, poichè dal successivo pressing alto sull’uomo del gigante difensore, stavolta a vuoto, la dea riesce a ripartire in superiorità numerica, scoprire una palla velenosa per i bianconeri, con Samardzic a condurre le danze, Bellanova a rifinire e Pasalic a concludere. Sarà l’unico tiro in porta della Dea in tutto il secondo tempo, ma è un gol che fa male e che riporta sulla terra l’Udinese. Tempo 2 minuti e un cross sempre del neo entrato Bellanova viene deviato in porta da uno sciagurato, quanto sfortunato intervento di Tourè. La Dea bendata aiuta….la dea. L’Udinese non riuscirà più a riprendersi dal colpo e Runjaic forse commette l’errore di toglire un Davis che l’Atalanta stava soffrendo tantissimo, per provare a rincorrere il risultato con i soli Bravo e Lucca in avanti. Onestamente, perso per perso, avrei provato il tutto per tutto con Bravo alle spalle delle due punte di peso , a mio parere ieri il centravanti di Stevenage sarebbe stato da togliere solo per sopraggiunta morte in campo. La riprova è che senza Davis l’Udinese non riesce più a creare pericoli, ne a correrne sia chiaro.
La Dea riesce a portare a casa il massimo con il minimo sforzo leccandosi le ferite, e questo forse offre la misura di quanto probabilmente questo possa essere il suo anno anche in chiave scudetto. Non voglio soffermarmi sulle interferernze di alcune scelte arbitrali, discutibili a dir poco, e spesso avverse all’Udinese, con le quali ormai da qualche giornata si sta abituando a convivere, più o meno dalla giornata della gara di San siro sponda Milan; non renderebbe giustizia, e toglierebbe spazio alla prestazione dell’Udinese, che come asserito anche da Runjaic rimane come la MIGLIORE dell’anno. Giocare un primo tempo dominante, e un secondo alla pari in questo campo, non è da tutti, e offre la misura di come l’Udinese non stia per caso nella colonna di sinistra della classifica, dove verosimilmente ci rimarrà fino alla fine del campionato. Se Runjiaic voleva una risposta dei suoi contro una big, beh ritengo che l’abbia ottenuta; nelle precedenti gare l’Udinese aveva sempre fatto il compito a metà con le grandi. Ieri il compito è stato completo. Non è arrivato il risultato? Non importa. La prossima volta si darà di più, e ancora di più. Oppure, la prossima volta basterà anche di meno, con la fortuna che magari restituirà quanto tolto,sperando magari anche in arbitraggi più benevoli. CIò che conta maggiormente, è che gli argomenti per giocare a questi livelli, ormai l’Udinese ha dimostrato di possederli. E aggiungo, in sommo grado.
Paolo Blasotti