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Udinese: pressing e punti

Udinese, bella risposta contro la Lazio
Redazione

Alla vigilia della sfida con la Lazio mister Runjiaic si aspettava, dopo il pari fortunoso di Bologna, altri feedback ed ulteriori step in avanti nell’ottica di trovare la quadratura del cerchio. Beh possiamo dire che per quanto visto nella sfida contro i biancocelesti allenati da Baroni, qualche altro step di crescita sia stato raggiunto da parte della squadra bianconera, con più feedback positivi da aggiungere in agenda. Si perchè se è vero che il possesso palla rimane ancora del 36% (aspetto che all’inizio della sua avventura a Udine il mister tedesco si era proposto di migliorare, promuovendo un gioco di dominio), se è vero che la fluidità della manovora e la circolazione della palla in mezzo al campo debbano ancora giocoforza migliorare, va detto che comunque, rispetto alla gara di Bologna si sono visti decisivi passi in avanti.Il pressing innanzitutto. A Bologna avevamo ammirato una squadra che aveva dato un assaggio di pressing alto, nei primissimi minuti della gara, spezzato via dal palleggio ordinato bolognese già al 10′. Questo perchè la pressione veniva portata in maniera disordinata ed incompleta dagli elementi bianconeri. Ieri con la Lazio abbiamo notato un pressing molto più compatto, ordinato e dal difficile disinnesco, poichè i reparti hanno lavorato in maniera più coesa.
Cosa è cambiato rispetto a Bologna? E’ cambiato che è stato aggiunto Kalstrom nel reparto di centrocampo. Lo svedese ha saputo dare ordine ed equilibrio. Si era detto che Lovric e Payero assieme non potevano giocare in un centrocampo a 2; si era detto anche che Kalstrom, tanto voluto dal mister, andava provato. Ecco si può dire che la prima prova dall’inizio dello svedese almeno dal punto di vista tattico ha convinto. Serviva un uomo in mezzo che coprisse il campo in orizzontale (e non solo in verticale come sanno fare Lovric e Payero) e le linee di passaggio. Lo svedese non ha certo rubato l’occhio, ma si è dimostrato fondamentale per l’equilibrio in mezzo, e per aiutare la squadra a mantenersi più corta, e quindi più compatta in fase di pressing. Con un pressing collettivo portato in questa maniera, è più difficile per gli avversari riuscire a bypassarlo con il giro palla. Kalstrom è stato altresì utile anche in fase di ripiegamento ( indispensabile all’11’ su un cross in area di Lazzari, nell’andare a chiudere su Castellanos) oltre che aggressivo sull’uomo. In questo contesto tutta la squadra ha palesato l’aggressività giusta; la voglia di andare a prendersi la partita, di andare a prendere alto l’avversario e metterlo in difficoltà. Pronti via, al calcio d’inizio ben 7 bianconeri si erano riversati nella metà campo biancoceleste, pressando anche l’aria. Al secondo minuto una pressione altissima di Brenner su Provedel per poco non faceva carambolare la palla in rete. Gol rimandato solo di una manciata di minuti, quando l’Udinese in piena fase di pressing alto sugli sviluppi di una rimessa, è passata grazie ad una pennellata di trivela di Thauvin e ad un’incornata di Lucca, azione tanto bella quanto discussa al Var, che però dava ragione agli uomini di Runjaic screditando il guardalinee che aveva sbandierato anzitempo.
Oltre a ciò, però, rispetto a Bologna, si è vista la qualità sulla trequarti, che al Dall’ara è proprio mancata. Se in Emilia Thauvin si era reso responsabile della peggior prestazione in maglia bianconera, con la Lazio il francese ha forse espresso il suo massimo rendimento, con assist e gol deluxe. La fuga per la seconda marcatura è da Thauvin d’altri tempi, quello di Marsiglia per intendersi. Brenner invece, dal canto suo, ha toccato pochi palloni, ma con qualità, non lesinando sul pressing ne sui rientri in copertura con grande spirito di abnegazione. Il brasiliano, se cresce in convizione, può essere una piacevole scoperta, e un nuovo acquisto, stante che lo scorso anno causa infortunio non si era mai visto, e quando aveva dato segni di vita, a Maggio, era si e no al 40%.
Insomma, atteggiamento aggressivo, con pressing alto fin dall’inizio, in controtendenza con la squadra passiva che partiva perdendo già tempo e consegnandosi all’avversario in balia degli eventi ed in attesa di una ripartenza. Da questo punto di vista Runjaic ha saputo lavorare sulla mentalità dei ragazzi, persuadendoli a switchare verso uno spirito più aggressivo, e da questo punto di vista sembra avere presa sulla squadra.
Certo, la partita ha palesato ancora diverse lacune. Per larghi tratti lo sviluppo della manovra partiva da Bjiol che spesso scavalcava il centrocampo per imboccare direttamente la qualità del tridente davanti. Come detto, il possesso palla e la fase di transizione a centrocampo è ancora migliorabile e non è ancora quella voluta dal tecnico, ma va considerato che Kalstrom era all’esordio, e sono convinto che con il passare delle gare verrà cercato e coinvolto di più nella manvora, migliorando anche questo aspetto. La gara di ieri ha consegnato anche un’Udinese che ha saputo soffrire con ordine; allineata e coperta. L’espulsione di Kamara a metà ripresa poteva evocare gli spiriti della gara contro il Sassuolo della scorsa stagione, quando pure in quella circostanza l’Udinese era rimasta in 10 a metà ripresa sul risultato di 2 a 0. Come se non bastasse aveva fatto il suo ingresso in campo anche Kabasele, autore dell’ultima frittata che aveva consentito a Berardi di ritornare dal dischetto e pareggiare. Nulla di tutto ciò: il tecnico tedesco ha ridisegnato un 531 con Ekkelenkamp suo malgrado costretto ad allargarsi a terzino sinistro (compito eseguito in maniera esemplare), aggiunto fosforo in mezzo con Zarraga e Lovric e inserendo Davis, il quale ha saputo far respirare la squadra in maniera intelligente: entusiasmante in tal senso la sua lotta contro 4 difensori nel finale con punizione guadagnata e fuga verso la bandierina.
In tutto questo la Lazio ha potuto poco nel primo tempo, e anche quando nell’ultimo quarto della prima frazione ha preso in mano la gara, non ha saputo pungere, se non grazie ad un corner salvato sulla linea da Ezhibue. Nella ripresa, Baroni ha inserito tutti gli attaccanti disponibili, che hanno accerchiato l’area bianconera facendo spiovere una marea di cross, che hanno prodotto due spauracchi e una traversa (con Okoye in controllo) ma poco altro, se non il gol della bandiera al 95′, quando ormai anche il più menagramo accarezzava il sapore della vittoria. I Laziali non sono mai riusciti a sfondare per linee centrali, ed hanno sempre allargato il gioco cercando i cross, ma contro la contraerea difensiva bianconera, anche ieri dominante e sicura specie sulle palle alte, come a Bologna, poco hanno potuto. Insomma, passi avanti si sono registrati. Runjiaic non parla tanto; si esprime in inglese per lo più, quindi non attinge a molti giri di parole per esprime concetti semplici e diretti; lo fa con i giornalisti e presumo lo faccia anche con i giocatori. Ha in mano una squadra che lo segue e assieme il giocattolo sta crescendo. La perfezione è ancora lontana, ma parliamoci chiaro, lo scorso anno questa gara l’Udinese l’avrebbe pareggiata.
Ritengo che abbia lavorato prima sulla testa dei propri ragazzi, ed in seguito sulle idee da sviluppare sul campo. Una filosofia di gioco va persuasa entrando nello spirito dei ragazzi. E sembra che sui di essi il tecnico abbia fatto presa.
Insomma, in attesa del Nino Maravilla, questa Udinese ha dimostrato di sapere camminare anche da sola, e anche di correre.

Paolo Blasotti

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