La sfida con la “vecchia Signora” giunge a puntino per capire in primis se Venezia abbia lasciato o meno scorie da risultato, se abbia o meno insegnato che le partite vanno chiuse “sempre” quando vi é la possibilità, e in ultimo se la squadra può affrancarsi con decisione dalla lotta più aspra ovvero quella legata alla sopravvivenza. Motta che l’anno passato con il Bologna rimedió una sonora batosta, alla vigilia non nasconde timori per la trasferta in terra friulana, tanto più che nelle retrovie, l’assenza di Bremer inizia a farsi sentire.
Al contempo peró, gli corre l’obbligo di infondere fiducia ai suoi, dato che Inter e soprattutto il Napoli non sembrano affatto voler rallentate le rispettive corse; in caso di mancata vittoria i punti di divario dalla leadership rischierebbero di diventare cospicui.
RUNJAIC per contro ritrova la disponibilità di capitan THAUVIN, oltre a recuperare almeno per la panca il dinamico EKKELENKAMP.
Il braccetto di sinistra TOURÈ a seguito dell’espulsione rimediata in laguna, viene sostituito da Lautaro Giannetti, che nell’occasione riprende sul rettangolo verde la mattonella di campo più congeniale alle proprie caratteristiche.
DAVIS in avanti sostituisce LUCCA quale punta avanzata all’interno dello scacchiere preparato dal mister viennese, mentre ZEMURA viene schierato in luogo di KAMARA nell’ottica di un ragionevole turn-over suggerito ad impegni piuttosto ravvicinati.
Parte forte la Juve facendo la partita. L’Udinese dalla sua resta piuttosto abbottonata cercando prevalentemente ripartenze veloci.
La scelta tattica regge sino a metà frazione quando la pressione degli ospiti trova successo attraverso l’iniziativa di Thuram che concretizza un dominio di gioco piuttosto netta. La conclusione colpiva il palo con ribattuta che finiva sulla schiena dell’incolpevole OKOYE, il quale involontariamente a un metro dalla linea di porta deviava in rete.
La reazione bn era immediata e ci voleva un gran Di Gregorio ad evitare un pari immediato sulla conclusione ravvicinata di DAVIS.
Anche PAYERO su cross di THAUVIN pochi minuti dopo aveva la sua chance, ma lo scontro con il portiere ospite al limite dell’area piccola, non sortiva nessun dubbio ad Abisso dato il contatto piuttosto violento e scomposto del portiere.
Il colpo del ko arrivava pochi istanti dopo a causa di una Juve affatto appagata dal minimo vantaggio. E qui si vede l’imprinting della squadra che vuole, pretende la vittoria. Un’altra volta il palo di sinistra tradiva i bianconeri, ma ció che va censurato é l’atteggiamento visto che solo pochi secondi prima la palla era in pieno possesso dei ragazzi di RUNJAIC. L’errore capitale come sta avvenendo da un po’ di tempo in qua, era quello di persistere in reiterati passaggi all’indietro. BIJOL recuperava palla su rinvio della difesa juventina, allargando su KABASELE che dopo aver tergiversato passava al portiere (2ª squadra che fa più passaggi al portiere e 3ª per passaggi all’indietro..) il quale non trovava di meglio che toccare per GIANNETTI che pressato sparacchiava su THAUVIN a centro campo; difficile il controllo per il francese che concedeva campo a Thuram. Palla per Yldiz, rinculo eccessivo di KABASELE che così facendo concedeva il tiro al turco. Respinta del legno dopo deviazione (sempre quello!) e sfera sui piedi di Savona il quale senza pensarci troppo tirava tra una moltitudine di gambe, trovando tunnel ma soprattutto il varco giusto per buttarla in rete.
2-0 pesante per un’Udinese che si trovava penalizzata sin troppo per quanto visto, con atteggiamento dei primi 20’ da censurare. In parte é sembrato di vedere la passività tipica dell’anno passato.
Alla ripresa ci si attendeva ragionevolmente un sussulto d’orgoglio da parte dei padroni di casa, che in parte si materializzava intorno al 52º quando DAVIS si inseriva tra Di Gregorio e Gatti con l’unica colpa di aver appoggiato la mano sulla schiena del difensore che come tarantolato si buttava in terra… figurarsi se Abisso non fischiava il fallo! Situazione che a parte invertite siamo certi il fischietto di Palermo mai avrebbe fischiato, ma questo é discorso vecchio.
La squadra metteva cuore mentre la Juve gestiva senza troppi patemi il doppio vantaggio. Nemmeno i 10 corner a favore riuscivano a scalfire una difesa che sino a 180’ addietro aveva subito solo una rete su rigore. DAVIS prima, LUCCA dopo, con relativa traversa colpita a portiere battuto, riuscivano a violare una difesa che seppur priva di un certo Bremer, riusciva a chiudere quasi tutte le porte.
La gara finiva con un 2-0 amaro per i piemontesi con un arbitro che non smentire la categoria non recuperava nemmeno i 4 minuti (chissà perché quando l’Udinese é sotto son sempre miseri…) previsti.
Sconfitta che ci sta, la Juventus rimane una seria contendente per il titolo oramai appannaggio di solo 3 club, ma è giusto lavorare sui limiti dimostrati ultimamente. La difesa senza il miglior KRISTENSEN perde qualcosa (fortuna a gennaio sarà disponibile il 24.enne SOLET), seppur TOURÈ stia facendo il suo, il centrocampo filtra poco specialmente con LOVRIC il quale spesso si perde l’avversario (Duncan a Venezia, Thuram ieri..). EKKELENKAMP per una febbriciattola resta fuori 3 partite e lui rimane uno dei pochi a dare dinamismo, in avanti di SANCHEZ non sappiamo nulla, mentre da THAUVIN non possiamo attenderci sempre e per 90’ una giocata da globetrotter. BRENNER sembra sparito dai radar.
Insomma serve gente fresca e che abbia il coraggio di saltare l’uomo, prerogativa appannaggio a quanto pare solo del francese campione del mondo – in parte di BRAVO – Ci chiediamo per esempio perché il mister poco soddisfatto a fine gara, non chieda ad EHIZIBUE (dotato di grandi mezzi atletici) di dimostrare maggior intraprendenza nel crossare anziché ripiegare ripetutamente su sterili passaggi all’indietro, i quali vanificano sistematicamente il vantaggio numerico… in serie A é notorio che i gol li fai o su palla inattiva o su capacità di prendere gli avversari in velocità e/o fuori posizione. Lavoriamoci sopra direbbe qualcuno…
AM