La sfida di Parma apre a scenari sino a pochi mesi fa del tutto inaspettati. Per quanto complessa, una vittoria al Tardini potrebbe regalare una leadership dalla portata storica. Nonostante il lunedì lavorativo ben cinquecento friulani non si sono risparmiati quasi 4 ore di viaggio per aggiungere la piazza ducale, chapeau!
Un grande club vanta sempre una tifoseria di livello, e ad Udine se c’è una componente che mai tradisce, questa è fuori di dubbio la tifoseria.
RUNJAIC sa bene di avere addosso gli occhi puntati di molti colleghi, i quali davanti alle telecamere si sprecano in elogi, ma dietro le quinte non vedono l’ora di sentenziare come anche per il tedesco di Vienna ci sia ancora tanta gavetta da fare nel nostro complicato torneo. Persino Mourinho riconosceva come la A rappresentasse l’esame di laurea per un ambizioso coach del pallone.
Pecchia deve sostituire il portiere Suzuki appiedato a Napoli ma recupera Mandela Keita in mezzo al campo inizialmente relegato in panchina (15 milioni sborsati per il talento). RUNJAIC opta per il rientro di KRISTENSEN nei 3 di dietro rilanciando PAYERO in mediana, confermando LOVRIC e rinunciando di fatto ad un trequartista, nella fattispecie BRENNER.
Se abbiamo sempre riconosciuto all’Udinese un approccio produttivo alla gara importante, questa volta non possiamo affermarlo. Son sufficienti infatti circa 120” per concedere al Parma un vantaggio non troppo meritato. Da un corner Del Prato colpisce di volo tra KARLSTROM spostatosi in anticipo e BIJOL leggermente in ritardo. OKOYE nulla poteva da un colpo scoccato dagli 8 metri. Da quel momento però era l’Udinese a manovrare con buone trame e tiri (saranno 10 a fine frazione) in verità poco precisi.
Alla mezz’ora circa un bel tiro di PAYERO dal limite veniva deviato in angolo. Nelle fasi immediatamente successive una svirgolata di koulibali generava un campanile sul quale Chichizola non riusciva a far meglio che ribattere sulla propria traversa sfiorando il clamoroso autogol. La pressione dei bn non portava ad un granché nonostante un ispirato THAUVIN che in un paio di occasioni (gran semi rovesciata al 19′) faceva tremare la tifoseria locale. E quando non si segna ecco che arriva il gol avversario. Bravi i trequartisti gialloblu a manovrare e creare situazioni pericolose, in una delle quali era Bonny a preparare con uno stop a seguire un tocco di punta indirizzata sul primo palo da distanza molto ravvicinata. La sfera colpiva il palo alla sinistra di OKOYE finendo con l’insaccarsi. 2-0 forse non meritato e subíto attraverso qualche leggerezza di troppo. La squadra di RUNJAIC poteva anche riaprire il match in chiusura di tempo quando LUCCA con un bel diagonale colpiva il secondo legno per i suoi. La fortuna che forse aveva in parte arriso nelle prime 3 sembra non sembrava, almeno nel corso della frazione, più amica dei friulani.
Alla ripresa però, l’energia immessa sembrava diversa, aggressività, dinamismo e voglia sembravano un fattore incidente. EKKELENKAMP al posto di PAYERO sembrava avere un bust, sempre utile e molto efficace anche nei contrasti. Non a caso dopo appena 4’ su cross delizioso di KAMARA era bomber LUCCA a dimezzare le distanze con un colpo di testa dei suoi. Il gol rivitalizzava THAUVIN e compagni che si cercavano e si trovavano mentre il Parma rinculava a difesa del vantaggio. Intorno all’ora di gioco mister RUNJAIC si giocava la carta ZARRAGA+DAVIS che quando entra solitamente combina sempre qualcosa di buono. Infatti pochi minuti dopo l’ingresso, un suo colpo di testa che sarebbe con buone probabilità entrato in rete veniva deviato da THAUVIN a pochi centimetri dalla porta; pareggio. Ma la frittata la combinava KEITÀ che lasciava i suoi in 10 con ancora oltre 20’ da giocare (recupero incluso). Non passavano 5’ che un cross fotocopia del 2-2 metteva sulla testa di DAVIS un’altra palla invitante. L’attaccante inglese metteva una palla in mezzo all’area che EKKELENKAMP ribatteva verso la porta ducale. Chichizola compiva il miracolo reso inutile peró dal colpo vincente di THAUVIN molto attento allo sviluppo dell’azione. Grande il francese, autentico MVP di serata nel trascinare i compagni al meritatissimo vantaggio. Se vogliamo in superiorità numerica era forse necessario chiudere con un gol da ko, ma nei minuti finali BRENNER – subentrato al francese – e compagni non riuscivano nell’intento senza per questo rischiare nulla. Finiva così la gara con molti meriti da riconoscere ad un gruppo che sembra credere ciecamente al proprio timoniere. Una citazione particolare la merita a nostro avviso KRISTENSEN rientrato brillantemente a tempo pieno e autore di una gran gara.
RUNJAIC sembra davvero aver dato una lezione tattica all’avvocato PECCHIA, uno dei più preparati tecnici in circolazione. Aver intensificato il centrocampo dove giostravano il solo spagnolo Bernabé accanto a Sohm ( il sostituto si è rivelato un disastro ) ha messo sistematicamente in inferiorità numerica i padroni di casa specie nel secondo tempo quando EKKELENKAMP ha fatto la differenza. Bene tutti, anche se partire con un gol di svantaggio non sempre consente rimonte come quella avvenuta.
Bello godersi a questo punto la testa della classifica oltre all’ammirazione dei media per una squadra che sta assumendo una fisionomia davvero interessante. Forse non eravamo tanto scarsi l’anno passato, e non siamo fenomeni oggi, certo che la considerazione di cui oggi gode l’UDINESE, inorgoglisce un popolo che da tempo meritava una soddisfazione così tangibile. Non svegliateci per qualche giorno, sognare rimane impagabile !
AM