Per quanto a livello internazionale si stia facendo di tutto per mantenere viva la speranza di portare a termine i campionati delle varie leghe, la diffusione generale del coronavirus fa ragionevolmente temere che lo stop definitivo ai campionati non sia una misura ancora tanto lontana.
Se in Premier pare siano ancora molto forti le pressioni per trovare il modo di portare a conclusione la stagione, in Italia si registra una certa rassegnazione generale all’idea di ripartire veramente.
Cairo, ma non solo lui, ha detto chiaramente che è il caso di guardare già oltre. E’ vero, c’è ancora chi, come l’ex tecnico dell’Udinese Massimo Oddo, non vuole sentire ragioni e sostiene che l’azienda calcio debba proseguire imperterrita, ma è in netta minoranza. Infatti, è già iniziata la conta dei danni.
In attesa di decisioni definitive che probabilmente arriveranno dopo Pasqua, il CIES ha già fatto una stima di quanto verrebbero svalutate le rose dei vari club se il campionato finisse qui. I dati raccolti permettono un paragone tra i valori delle rose all’11 marzo 2020, momento della sospensione della serie A, e l’ipotetica cifra delle stesse al 30 giugno, giorno in cui viene fissata la scadenza dei contratti dei calciatori.
Per i grandi club, ovviamente, sarà un bagno di sangue: la rosa dell’Inter vedrà diminuire il suo valore di 276 milioni, quella del Napoli di 181, quella della Roma di 147, quella del Milan di 144. A livello internazionale, andrà peggio a Manchester City (-412), Barcellona (-366), Liverpool (-353), Real Madrid (-350 milioni).
Ma è il caso di guardare in casa nostra e chiedersi: i Pozzo, che si dice siano tra coloro che auspicano la chiusura di questo campionato, quanto andranno a perdere tra Watford e Udinese? Secondo i dati a cui facciamo riferimento la rosa del Watford (attualmente valutata 267 milioni) perderà 78 milioni, quella dell’Udinese (188 milioni) 53. Cifre importanti per due club non di prima fascia. In particolare, percentuali alte rispetto al computo generale: la rosa del club londinese, infatti, in 3 mesi e mezzo di inattività registrerebbe un -29,2%, quella del club friulano un – 28,2%.
E’ chiaro che un simile contesto avvalori le tesi di quegli esperti che hanno già preannunciato un mercato povero, nella prossima sessione. Di sicuro società come l’Udinese che vivono sulle plusvalenze, non svenderanno i propri pezzi migliori. Con buona pace di De Paul, Musso e compagni.
